Ieri alle librerie Coop Ambasciatori di Via degli Orefici c'è stata la presentazione del libro di Giorgio Comaschi "Il calcio è roba da ridere". Con l'autore del libro c'erano Bruno Pace e Eraldo Pecci, grandi protagonisti degli aneddoti presenti nel libro. Un magnifico trio che ha avuto l'estro di far divertire il pubblico presente grazie alla loro ironia, e ai loro racconti. Un vero e proprio show aperto da Comaschi che così descrive il suo libro: "Un libro che racconta chi il calcio lo vive con un sorriso sulle labbra e con ironia". Poi ha presentato gli ospiti così, da una parte uno "che ha inteso il calcio da un lato più divertente" cioè Eraldo Pecci, e dall'altra "uno che considero uno dei più grandi umoristi della storia del calcio" cioè Bruno Pace. La presentazione è stata portata avanti con la complicità del pubblico al quale il trio si è rivolto qualche volta con battute o domande per chiedere se ricordavano determinati giocatori o allenatori. Dunque un'interazione straordinaria fra il pubblico, che ha riso per tutta la presentazione e il trio che ha fatto capire il perché Giorgio Comaschi, nella nostra intervista ci aveva detto: "La presentazione del 31 sarà uno spettacolo, perché questi due me li potrei portare in un teatro, anche senza provare niente, e lo spettacolo di un'ora e mezza sarebbe garantito, con la gente che si divertirebbe parecchio". Gli elementi per invogliare a leggere il libro ci sono tutti, non ultima questa straordinaria presentazione condita da aneddoti esilaranti. Ve ne racconteremo solo alcuni tra i più divertenti della presentazione, gli altri potrete trovarli nel libro, che racconta principalmente un calcio di altri tempi, quello vero, quello fatto da grandi personaggi, proprio come Pace e Pecci. Il primo ha raccontato i suoi rapporti con Pascutti e Edmondo Fabbri, con l'aneddoto della trasferta a Milano: "Eravamo a Milano e qualcuno propose di fare una partita a poker, durante una mano Ezio disse servito. Io avevo tre donne, prendo due carte, mi entrano due otto e faccio full di donne, lui aveva full di jack. Lui si alza mi tira le carte e per fare quel movimento si è stirato, io che ero la sua riserva ho giocato a Milano titolare". Sarebbe incredibile pensare a una cosa del genere oggi, allora il calcio si viveva proprio ridendo, come suggerisce il titolo del libro, e con più leggerezza, non c'erano tutte le pressioni che ci sono oggi, era un calcio fatto di valori e uomini veri. Poi si è passati agli aneddoti su Oronzo Pugliese, al quale Pace fece più di qualche scherzo come quello in un cinema, durante un sabato: "c'era una persona che da dietro era uguale a me, e stava fumando. Mandai Bulgarelli a dire a Pugliese che c'era Pace che stava fumando, l'allora allenatore diede uno schiaffo a quello che pensava fossi io, ma in realtà era un palestrato che lo prese per la gola e Pugliese, non sapendo cosa dire, si giustificò con: 'Mi scusi credevo fosse Pace'". Pecci ha invece raccontato la sua nostalgia per Bologna che, quando andò al Torino lo portò a tornare sotto le due torri, dopo l'allenamento nella città della Mole, per giocare a carte, e un episodio su Bruno Pesaola al quale una volta fecero notare che "i giocatori vanno messi bene in campo" e lui rispose "io li metto bene in campo, ma poi loro si muovono". Si è avuta la sensazione che quei tre li avessero sempre un asso nella manica per stupire un pubblico che sarebbe rimasto li per altre tre ore ad ascoltarli. Si sono presi la scena assieme a uno straordinario Giorgio Comaschi, più che mai direttore d'orchestra tra Pace e Pecci, che ha saputo scegliere i degni compagni per invogliare alla lettura. L'abilità è stata saper lasciare la scena ai due ospiti al quale sono dedicati molti aneddoti nel libro, intervenendo solo in alcune occasioni con domande mirate a suscitare ricordi degli aneddoti presentati. Nel libro sono presenti anche frasi celebri come quelle di Boskov, con cui Comaschi ha condotto Galagoal, ci sono i racconti dei contratti che faceva Dall'Ara e del suo modo strano di trattare la cifra dello stipendo, col curioso episodio di Janich, che troverete sempre nel libro. Si è parlato del Bologna quello vero e, pensare che oggi i giocatori che scendono hanno la stessa maglia di quelli di cui parla il libro fa rabbrividire, viste le prestazioni e l'atteggiamento in campo. Non sono mancate le battute del pubblico presente in sala, quando Pace ha parlato di un dirigente smemorato che non si ricordava che lui fosse tesserato con i felsinei, più di un maligno ha insinuato "Forse è ancora dirigente", ma d'altronde dopo il caso Ibson come dargli torto. I nomi pronunciati ieri alla presentazione hanno suscitato più di qualche emozione al pubblico in sala, Savoldi, Bulgarelli, Pascutti, Dall'Ara, non possono essere nomi qualsiasi per chi ha scelto questi colori dalla nascita. Poi la straordinaria chiusura della presentazione con Comaschi che ha citato una frase di Zoff, che si potrebbe adattare al Bologna di oggi, "Finché sei 0-0, può sempre vincere 1-0". Gli elementi per invogliare alla lettura ci sono tutti, non credete?
copertina
Un tridente per un calcio da ridere
Ieri alle librerie Coop Ambasciatori di Via degli Orefici c’è stata la presentazione del libro di Giorgio Comaschi “Il calcio è roba da ridere“. Con l’autore del libro c’erano Bruno Pace e Eraldo Pecci,...
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