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Marocchino: “Rossi ha più esperienza di Lopez, partita difficile a Vercelli”

Grande ex del Bologna, ma nato a Vercelli, Domenico Marocchino sabato osserverà le due squadre affrontarsi in una partita che può valere tanto. I rossoblù inseguono il Frosinone e la A, la Pro una salvezza delicata. Marocchino...

Redazione TuttoBolognaWeb

Grande ex del Bologna, ma nato a Vercelli, Domenico Marocchino sabato osserverà le due squadre affrontarsi in una partita che può valere tanto. I rossoblù inseguono il Frosinone e la A, la Pro una salvezza delicata. Marocchino a Bologna ha giocato tre stagioni, grandi falcate senza troppi gol e una promozione in A che non arrivava mai: "C'erano Mazzone, Pecci e Marocchi, non ottenemmo i risultati sperati - ha raccontato al Carlino - litigai poi con Santin quando mi fermai per un compagno a terra e lui si arrabbiò. Un giornalista vide e riportò tutto. Ho poi rivisto Santin e ho capito che nel calcio serve il rispetto dei ruoli". Sabato si sfidano Pro Vercelli e Bologna, un pronostico è difficile: "Non so se sarà più difficile peri il Bologna andare in A o per i bianconeri salvarsi, è un po' come andare a fare il bagno a giugno e non sapere se l'acqua è calda o fredda. Sulla carta il Bfc rischia perché la Pro ha bisogno di qualche punto". A Bologna c'è stato anche un cambio di guida tecnica: "Non se si sia trattato di responsabilità di Lopez, penso che la A sia più pronosticabile rispetto alla B che è un Tour de France una Parigi Roubaix messe assieme. Rossi può tentare e sicuramente rispetto a Lopez ha più esperienza". Sono tanti gli aneddoti che Marocchino potrebbe raccontare, la sua vita non è stata tutta casa e chiesa: "Bologna è una città ricca, con una sua ironia, non si vive solo di calcio. Mi piaceva tanto Piazza della Mercanzia e una osteria dal nome "Il Tinello". A Torino invece ricordo che una volta mi vennero a prendere a casa prima di una finale di Coppa Italia ma non avevano l'indirizzo, mi svegliai due ore prima della partenza, corsi come un matto e quando arrivai Boniperti mi disse, 'non ti sei fatto manco la barba'. Una volta invece quando allenavo ad Ivrea mi travestì da barelliere per raggirare una squalifica, poi però mi concentrai sull'infermiera, era ricciola e castana, molto carina".