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Chirurghi del goal

Destro - Falletti due tiri due reti, presto la nuova serie DMAX

Redazione TuttoBolognaWeb

"Era importante vincere per rasserenare un ambiente fortemente depresso. Era importante vincere perché fare sei punti in due partite casalinghe consecutive è roba da libri di storia. Era importante vincere per trovare un po’ di quella benedetta continuità che fa la differenza fra un campionato piatto e uno con qualche sussulto. Era importante vincere perché il 6 febbraio, in un momento di cosmica mestizia, su una chat degli amici dello stadio ho scritto - testuali parole - : «Se la Ballarda viene a vincere qui, smetto di venire allo stadio. L'ho scritto!». Si, per me era importante vincere.

Il Dall’Ara è molto vuoto e parecchio infreddolito, del resto le parole di Fenucci hanno spalmato sul popolo rossoblù un entusiasmo da fila in posta. Qui tocca fare dei figli per sperare che godano loro. Uno che deve andare al botteghino fa due conti: freddo * (pazienza + crescita graduale + bilanci + ricavi - spese) = depressione. Grazie e arrivederci. Alla lettura della formazione qualche dubbio c’è. Difesa a tre con l’inserimento del neo acquisto Romagnoli, centrocampo a cinque con Difra a contenere l’incubo Laxalt (ho detto Laxalt, non Robben) e un Nagy con le ragnatele sotto le ascelle, Dzemaili a metà fra il trequartista e il sesto di mediana e Destro tutto solo là davanti.

Il primo tempo è il primo tempo. Quarantacinque più un minuto di «ricupero» e tutti a bere un tè caldo. C'è bisogno di aggiungere altro? Direi di no, meglio glissare. Secondo tempo. Quattro minuti e Masina è tutto solo davanti a Perin. Fuorigioco? No, pare tutto ok. Maso liscia una volta, la liscia un’altra volta e quando tutto sembra finire in tragedia la rete si gonfia. Destro esulta pacatamente: via maglia, sottomaglia, maglia della salute, maglia termica, canotta e sottocanotta. Donadoni è già incazzato nero, questo lo vedo anche dalla Bulgarelli, ma siamo in vantaggio e il mio addio allo stadio si allontana. Ballardini fa otto cambi in cinque minuti e schiera il Genoa con un 1-1-8 che solitamente non porta a nulla. Infatti il Bologna si difende benone e riparte. Minuto 72, Helander allontana di testa, Destro finalmente salta «a tempo» e la spizza per Falletti che vince un rimpallo e i due si ritrovano nel deserto del Gobi con Perin come miraggio. Mattia avrebbe una voglia matta di scaraventare quella palla in rete per tornare a festeggiare, placido, sotto la curva. Poi ha un momento di lucidità, vede un cartellino rosso e Donadoni con una tutina in latex nero e un frustino in mano: palla a Falletti. A noi si ferma il cuore, se sbaglia questa è finito. Due a zero, Falletti idolo. Potrebbe mettere un ditino davanti alle labbra a zittire tutti, invece viene sotto la curva a festeggiare con me, che posso continuare a bucare l’abbonamento. Il resto è garbage time con qualche spavento e qualche parata di Mirante.

Donadoni ha cambiato e la squadra, dopo un primo tempo di assestamento - mettiamola così, oggi sono buono -, l’ha ripagato. Diciamo anche che trovare il goal dopo quattro giri di lancetta della seconda frazione ha aiutato parecchio. Per il resto penso di aver assistito ad una partita di una pochezza quasi irritante. Poi il risultato fa sempre la differenza e dopo un due a zero non mi sembra il caso di fare la punta agli spilli. Alè alè!

Domenica c’è una partita a cui teniamo tanto, quindi non dico nulla e vediamo di lasciare a casa quella sensazione come di… appagamento.

Forza Bologna, sempre!

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