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Partiamo da un dato. Dalla prima vittoria di Motta sulla panchina rossoblù, il suo Bologna ha fatto 36 punti in Serie A, meglio solo Napoli con 48 e Juventus con 43. Basta questo scenario, cioè un Bologna terzo dalla giornata undici di campionato (vittoria sul Lecce 2-0) a spiegare la metamorfosi rossoblù che ha portato una specie di brutto anatroccolo a diventare un cigno di bellezza inaudita. Se vi pare poco fare diciotto partite - non due, non tre, non quattro - stando nei primi tre posti in classifica, forse non abbiamo ancora capito cosa sta accadendo. Adesso sì che il mondo è cambiato e questo Bologna somiglia sempre di più a una piccola Atalanta, quella Atalanta oggi dominata in lungo e in largo nel secondo tempo. I sogni, che una volta non riuscivamo nemmeno a fare, oggi li tocchiamo con le mani, concreti, visibili, resi reali da un allenatore probabilmente predestinato a una grande carriera e da una schiera di giocatori totalmente fedeli al proprio comandante. E chissà che Giovanni Sartori non abbia riprodotto qui il piccolo miracolo orobico...
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