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Rossi come Lopez? Ma sul tecnico chi deciderà?

Piena fiducia a Delio Rossi. Nonostante le cinque sconfitte su sei partite di campionato, la società rossoblù ha blindato ufficialmente il proprio tecnico, per ora. Alle porte c’è una sfida delicatissima contro la Juve, una partita che...

Manuel Minguzzi

Piena fiducia a Delio Rossi. Nonostante le cinque sconfitte su sei partite di campionato, la società rossoblù ha blindato ufficialmente il proprio tecnico, per ora. Alle porte c'è una sfida delicatissima contro la Juve, una partita che non lascia particolari speranze alla truppa rossoblù anche se di fronte ci sarà una squadra nettamente più debole rispetto a quella che ha dominato il campionato negli ultimi quattro anni. C'è però anche la statistica, infatti la Juve non ha ancora vinto allo Stadium e mai occasione fu più ghiotta di un incontro al cospetto della penultima in classifica. In sintesi, per tanti motivi, fare risultato domenica appare improbabile. Dovrà farcela però Delio Rossi se non vorrà sul serio saltare, perché la settima sconfitta su otto gare (inserendo anche la Coppa Italia) rappresenterebbe forse un motivo valido per cambiare, seppur con tutte le riluttanze del caso. Corvino non è avvezzo a cambiare guida tecnica, lo ha dimostrato l'anno scorso con Lopez, in alcuni casi andando avanti ad oltranza fino a che non si è resa necessaria la fatale decisione, col rischio fosse tardiva. Le analogie con Rossi sembrano esserci, il tecnico di Rimini è stato insignito del ruolo di prima pedina nel progetto giovanile lanciato da Corvino e avvallato da Saputo, peccato che al momento tutto proceda a singhiozzo. La rosa è stata ultima tardi, c'è disparità di condizione atletica tra i vari giocatori e i risultati negativi rischiano di deprimere una squadra che fa dell'entusiasmo il suo punto di forza, perché quando ci sono i giovani è più o meno sempre così. Lopez aveva a disposizione una rosa più esperta, ma per quanto riguarda le strategie societarie non c'è molta differenza. Il decisionismo non ha ancora preso il sopravvento sul pragmatismo e sulla prudenza. Resta però da capire quali voci societarie tengano ancorato Rossi alla panchina e quali, se ce ne dovessero essere, lo allontanerebbero. Perché è lecito pensare che Corvino si aspettasse un inizio difficile, ma probabilmente non così tanto. O meglio, ci stanno le sconfitte con squadre più forti, quella con l'anemica Udinese no. Chissà che questo non abbia incrinato definitivamente i rapporti tra ds e tecnico, con quest'ultimo che in più di una occasione ha lanciato messaggi chiari e inequivocabili. Piccole punture di spillo sul mercato portato a termine dal direttore sportivo, schermaglie, forse battute di spirito che si basano su un fondo di verità. La sensazione è che a Casteldebole non tutto scorra via sereno, che l'ennesima sconfitta domenica possa dare vita al ribaltone in panchina nonostante le smentite di rito. Saputo ha ammesso di non occuparsi delle vicende tecniche, che il comparto di dirigenti è di primo livello e che in base a quello che gli verrà consigliato lui analizzerà la situazione. Resta da chiedersi chi sia il suo più fidato collaboratore, se sono presenti divergenze di opinioni, se le idee non combaciano tra alcuni dirigenti e di chi sarà l'ultima parola. Domande che potrebbero sciogliere definitivamente le riserve sul destino di Rossi, al momento forse ancorato all'unica cosa che può salvare un allenatore traballante: un risultato positivo nella partita che rappresenta l'ultima spiaggia. Peccato sia contro la Juve in trasferta.