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Riva, l’uomo che volle farsi re di un’isola

Riva, l’uomo che volle farsi re di un’isola - immagine 1
DI DIEGO COSTA
Redazione TuttoBolognaWeb

Ricordo di Gigi Riva

C'era un campionissimo negli anni '70 che tifavamo tutti. In campionato ci faceva una paura tremenda, ma era quel Bologna-Cagliari la partita per cui andavamo allo stadio... Per dodici eroi. I nostri, più lui. Gigi Riva.

Ricordo l'anno dopo lo scudetto dei sardi, il Dall'Ara, allora Comunale, stipatissimo. Persino in piedi, davanti alle ringhiere, si era in terza o quarta fila. Io avevo 13 anni. Correva Gigi e sulla corsa, almeno, Roversi con la sua criniera bionda, lo teneva. Ma poi Gigi scaricava il suo sinistro, da lunga distanza. Ricordo bene quel portentoso tiro, ben prima del limite dell' area. E Adani, il nostro portiere, che capisce al volo che tuffarsi con le mani satebbe stato arrendersi. E allora si lancia di piede, come uno stopper, per sopravvivere. Finì 0 a 0. Un sollievo.


Quando cominciai a Teleradio Bologna, raccolsi le confidenze di Antonio Bovina, diesse del Bologna dello scudetto. Mi raccontò che il Bologna aveva Riva in mano. Perché Arrica, presidente dei sardi, l'aveva offerto all'Inter di Moratti sr. Ma Allodi, il diesse nerazzurro, aveva detto: "Cosa me ne faccio di Riva se Helenio Herrera vuole a tutti i costi Pascutti? Sai cosa mi ha detto acca acca? Se mi porti Riva, ha detto, lo regalo come soprammobile a donna Moratti".  Allo scambio, con conguaglio, Dall'Ara ci pensò. Ma l'osservatore che andò a vedere Riva, forse Sansone, lo bocciò. "Calcia solo di sinistro" scrisse.

Anni dopo, conobbi Riva che era presidente del Cagliari. Un Cagliari traballante in B.

Un Cagliari ripescato per via di alcune partite truccate del Vicenza che, promosso in A, precipitò in C senza passare dal via. Come fosse Monopoli...Il Cagliari quell'anno aveva vinto a Bologna 1 a 0. L'anno dopo, in B, finì allo stesso modo. Aspettai nel dopo partita Riva e gli chiesi. Lo scorso anno avete vinto così e siete retrocessi, volete forse ripetervi?  Riva mi guardò sorpreso: ma che domanda è?

Io a quel punto allargai un sorriso, lui si accorse dello scherzo, un po' impertinente. Si mise a ridere e mi rispose. Alla fine gli strinsi la mano, lui si girò, lo rincorsi. Scusi Gigi, dissi, vede questa mano? Non me la lavo più. Perché ha stretto la sua. Mi salutò cordialmente.  Anche Fabio Poli, che passò da Cagliari, ne conserva un ricordo indelebile. Appassionato di auto, Fabio sfruttò il primo contratto professionistico per comperarsi una Saab cabrio. Un sogno. Dopo l'allenamento andò a pranzo. Pochi minuti e nel ristorante entrò Riva, il presidente. Scusate, chiese Gigi, di chi è quell'auto lì? Poli, con soggezione, rispose: è mia.

Ora la porti indietro, disse Riva.

Ma l'ho già pagata, come faccio?

Andiamo insieme, disse Riva, ti faccio riavere tutti i soldi. E ti scelgo l'auto adatta a te. Tu, quella non te la puoi ancora permettere.

Andò così. Riva fece avere a Fabio una Golf gti.

Sapete perché Fabio, allora - per Rombo di tuono - non poteva permettersi la Saab?

Perché il solo bolide elegante di quel tipo a Cagliari l'aveva proprio lui. Gigi Riva!

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