Dal Mondiale per Club negli USA alla Champions in Belgio il filo delle sue reti
—Il viaggio è iniziato a Seattle, al Mondiale per Club: gol al River Plate nella partita che ha spinto l’Inter agli ottavi. È proseguito con la prima firma in Champions a Bruxelles contro l’Union SG, con dedica a Bonny, e con la prima volta in A a Cagliari. Ogni step ha alzato l’asticella: non solo gol, ma letture, tempi di smarcamento e freddezza.
Crescita mentale e tecnica sotto la gestione Chivu con un contesto che lo valorizza
—Chivu ha protetto il gruppo e ha dato minuti pesati ai giovani, scegliendo partite e momenti. Nel post Inter-Venezia il tecnico ha sottolineato atteggiamento e qualità diffuse, segno di una gerarchia chiara ma elastica. La sua nomina estiva ha inaugurato un ciclo in cui le idee sono semplici e ripetute: aggressività, ampiezza, attacchi in profondità. È l’habitat ideale per un centravanti come Pio.
L’effetto domino di Diouf sugli equilibri e perché aiuta gli attaccanti
—Dentro questo quadro spicca Andy Diouf. Acquistato per 25 milioni, sta crescendo da quinto di destra nel 3-5-2, ha segnato e pare aver superato Luis Henrique nelle preferenze sugli esterni. Quando attacca il corridoio, apre linee di passaggio e costringe la difesa a collassare: per una punta che ama il primo controllo orientato, è oro. L’evoluzione dell’esterno incide direttamente sulla quantità e sulla qualità dei palloni per Esposito.
In più, 3 gol in 5 uscite con l’Italia dopo la rete alla Norvegia e il premio “Italian Golden Boy 2025”, che certifica percezione e prospettiva.
La prospettiva immediata dell’Inter e il passo successivo per Pio
—Il titolo di “totale” non è un’etichetta da copertina: oggi trova basi nei fatti. Ranocchia lo aveva intravisto, la Gazzetta l’ha rilanciato, il campo lo sta confermando con continuità. La vera sfida, adesso, è la gestione: minutaggio mirato, competizione sana con Lautaro e Thuram, capacità di restare dentro la partita anche quando non segna. Se l’Inter continuerà a costruire vantaggi sugli esterni e a servirlo in corsa, Pio ha già dimostrato di sapere dove colpire. Il resto lo faranno tempo, dettagli e un po’ di sana normalità.
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