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Rabbia e amarezza, sono questi i sentimenti che si denotano dalle parole rilasciate da Sinisa Mihajlovic riguardo il caso scoppiato dopo la finale di Coppa Italia tra Lazio e Atalanta.
Il tecnico del Bologna ha reagito ad un insulto, che a suo dire è stato pronunciato da un poliziotto, reo di avergli detto di essere uno "zingaro di m...". Queste le dichiarazioni dell'allenatore serbo, riportate da Matteo Dalla Vite sulla Gazzetta dello Sport: "Sono stato insultato da un poliziotto, non da un tifoso laziale. È già una vergogna sentirsi urlare zingaro di m... durante le partite allo stadio dai tifosi avversari. E non sento mai uno speaker invitarli a smetterla. Ma non accetto che a dirmelo sia un poliziotto, una persona in divisa, il cui mestiere è fare rispettare l’ordine, non aggredire e insultare. E' per questo che ho reagito". Sinisa prosegue il suo racconto: "Quando ero già all'interno dello stadio alcuni amici mi hanno detto che girava un video con una ricostruzione sbagliata. Ci tengo quindi a dire come è andata veramente. Mi trovavo in auto con Bigon, il d.s. del Bologna, e l’avvocato del Bergamini. Ci hanno fermato dopo Ponte Milvio, perché c’erano stati degli incidenti. Ho mostrato al poliziotto il mio pass e gli ho chiesto come avrei potuto raggiungere il parcheggio dello stadio. Lui era lì con il casco e il manganello, mi ha urlato in malo modo che da lì non sarei potuto passare e di andarmene. Gli ho detto che non c’era bisogno di urlare e lui mi ha detto testualmente ‘Non rompere il c..., t’ho detto di andartene, sbrigati, vaffanculo’. A quel punto gli ho risposto e, mentre ci allontanavamo in macchina, l'ho sentito dire ‘zingaro di m...’. A quel punto non ci ho visto più, sono sceso dall'auto e lui è corso via verso i suoi colleghi che mi hanno bloccato. Ho spiegato loro che mi aveva detto zingaro, ma mi hanno spinto e invitato anche loro a lasciar perdere e andarmene. Sono arrivati dei tifosi della Lazio a difendermi, a quel punto ho capito che poteva succedere casino con la polizia e allora gli ho detto di mantenere la calma, che era colpa mia e di allontanarsi. Ora vi chiedo: è normale? No, non lo è".
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