Si passa poi al Bologna e alla leucemia: "Non ho voluto passare da eroe - le sue parole - Ci sono tante persone che stanno male e si vergognano, ma non devono farlo. Volevo dire a tutti come stavo, anche perché sono un personaggio pubblico, e volevo mandare un messaggio: ho pianto ma non ci si deve vergognare. Alla fine ho scoperto che è giusto anche piangere. A Verona ero più vivo che morto, sono andato in panchina perché l'avevo promesso ai giocatori e perché ero malato e volevo combattere. Non ho visto immagini di debolezza a Verona, ma di forza di un uomo che combatte e lotta. Mai perdere la voglia di vivere e lottare"
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