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Marko Arnautovic: “Ero una testa calda. Bologna? Il posto giusto dove crescere le mie figlie”

Redazione TuttoBolognaWeb

"Cominciai nel Florisdorfer, mio padre aveva un ristorante lì vicino. Era arrivato dalla Serbia e quando ero piccolo vivevamo in quattro in 23 metri quadrati col bagno esterno. Poi ci trasferimmo in una zona migliore dove papà prese il ristorante. Lavorava tantissimo, io e mio fratello giocavamo nel Florisdorfer e andavamo in discoteca tutte le sere, spesso, dopo una partita persa, finivamo in mezzo alle risse. Quella era la nostra vita, perchè non ne conoscevamo una diversa. Avevo talento ma nessuno mi voleva. Austria e Rapid mi rispedirono al mittente. Al Florisdorfer, il mio allenatore dell'epoca mi chiese di provare ad andare a giocare in Olanda al Twente. Mi ritrovai in campagna in mezzo alle galline e alle mucche: nessun locale, negozi, vita. Sono rimasto due anni perchè mi pagavano bene. Dal Twente  sarei dovuto andare al Chelsea. Poi arrivò la Lazio, eravamo d'accordo su tutto, fino a quando non mi ha chimato Mou per portarmi a Milano, volevo giocare con il mio idolo Ibrahimovic...peccato che se ne andò al Barcellona"