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Conferenza di Fenucci e Saputo – Rivivi il live

Manuel Minguzzi

Il punto di fine stagione dell'amministratore delegato e del presidente, ma quali saranno le prospettive per la prossima stagione?

Tempo di bilanci di fine stagione in casa Bologna. Tra poco inizierà la conferenza stampa dell'amministratore delegato Claudio Fenucci e del presidente Joey Saputo: finito il primo triennio quali ambizioni avrà il Bologna per l'immediato futuro?

Tra poco l'inizio della conferenza.

Parte Joey Saputo: "Oggi fornisco la mia impressione sulla stagione appena conclusa e le linee guida per la prossima. Non siamo soddisfatti dei risultati, la stagione sembrava promettente ma nel girone di ritorno è stata deludente. Da tre stagioni l'obiettivo è rimanere in Serie A, nel corso di questa stagione la salvezza non è mai stata a rischio ma le statistiche le conoscete. Capisco il dispiacere dei tifosi per la 15esima posizione, 39 punti, 21 sconfitte, 9 in casa, ed eliminazione al primo turno della Coppa Italia".

Ancora Saputo: "Il dato importante è che dal ritorno in Serie A il nostro punteggio è calato rispetto all'anno precedente, l'obiettivo era salvarsi il prima possibile e poi cercare di scalare la classifica fino al decimo posto. Nel girone di andata le aspettative erano soddisfatte con il dodicesimo posto a 24 punti, ma nel girone di ritorno pensavamo di migliorarci piazzandoci vicino alla top ten e purtroppo le cose non sono andate bene. Nessuno di noi è contento, partendo da me, passando per la dirigenza, allenatore e giocatori. Meritavamo di più e meritavano di più i tifosi".

Saputo sugli investimenti: "Voglio assicurare che il progetto di sviluppo del  club, in cui ho investito oltre 100 milioni di euro, procede. So che il core business è il calcio e il campo e che giustamente i tifosi guardano la partita la domenica, ma siamo dell'idea che la crescita di un club passi anche da altri aspetti. Come promesso, continuerò a essere trasparente. Per cambiare la nostra prospettiva due aspetti dovevano cambiare: redistribuzione diritti tv e restyling del Dall'Ara, perché entrambi produrranno ricavi maggiori. Sul primo step un piccolo passo avanti è stato fatto, in Premier League c'è un rapporto di 1.6, mentre in Italia è ancora a oltre 3. Qualcosa è stato fatto ma penso non sia ancora sufficiente. Le possibilità di una crescita tecnica passerà dalla valorizzazione dei giocatori e da nuove fonti di ricavo".

Su Restyling: "Siamo vicini alla conclusione dell'accordo con i partner che ci consentirà di presentare il progetto al Comune. Vogliamo rimanere a giocare al Dall'Ara durante i lavori. Ora credo sia nostro dovere accettare il malcontento dei tifosi e cercare di correggere i nostri errori. Per la prossima stagione non voglio dare false aspettative, continueremo a far crescere il club".

Su Donadoni: "Rivolgo un pensiero a Roberto, con il quale ho parlato nei giorni scorsi. L'ho ringraziato per aver abbracciato il progetto Bologna e lo considero un allenatore di primo livello che ha dato credibilità al club, una persona onesta e rispettosa. Ho ritenuto, però, che dopo tre anni il ciclo fosse concluso nonostante la grande professionalità dimostrata"

Sul successore: "Punteremo su un tecnico con volontà di affermarsi e che consideri Bologna un punto di arrivo, anche sui giocatori valuteremo sulla base di questi parametri. Spesso ho sentito dire che il club non comprende i propri tifosi, questo è lontano dalla verità perché siamo consapevoli della storia e del blasone del Bfc 1909 ma a volte dobbiamo prendere decisioni impopolari. Detto questo vogliamo fare di più e prometto che lo faremo".

Si passa alle domande.

L'eventuale cessione di Verdi a gennaio: "Per me è importante avere una società solida, e quando guardiamo questo non c'è solo la parte sportiva. Se vogliamo portare giocatori importanti dobbiamo avere una struttura e una organizzazione di un certo tipo anche fuori dal campo. E' vero che in tre anni non ci sono stati grandi movimenti a livello di punti, siamo rimasti attorno ai 40 punti, ma se guardiamo nel complesso il club è cresciuto tantissimo. L'intenzione è riportare questa squadra ai livelli del passato, forse non è così semplice come si pensava ma il desiderio c'è e credo che raggiungeremo il nostro scopo. Verdi è un giocatore importante, ma ogni decisione passa anche dal piano amministrativo. Nella trattativa ci sono sempre tre componenti e tutte e tre devono avere un accordo. Nel caso di Simone non c'era questa situazione e non dirò quale parte non era d'accordo. Lui è un giocatore forte che ha espresso il desiderio di rimanere, questa sua voglia e questa sua identità nel Bologna mi piace tanto. Se noi possiamo tenere i giocatori e farli crescere cercheremo di farlo. Non so se rimarrà ma vorremmo tenerlo. A livello societario siamo in linea su dove volevamo essere, a livello calcistico ancora no. Possiamo sederci a tavola con grandi squadre ed essere rispettati. Di questo dobbiamo essere fieri".

Su Donadoni: "Perdiamo e vinciamo di squadra, la salvezza è un punto fondamentale e vale per noi come per altre squadre, ora dobbiamo guardarci in faccia e capire cosa è stato sbagliato e cosa migliorare. Siamo tutti responsabili, la colpa non ricade su una persona sola. Faremo adesso tutte le valutazioni del caso. Nella scelta del prossimo tecnico e dei giocatori siamo in fase di riflessione. A settembre presenteremo il prossimo piano triennale".

Sugli acquisti di questa stagione: "Alcuni acquisti sono stati di successo, altri no. Come società non possiamo fare il 100% di scelte giuste ogni volta, gli errori si commettono. Se guardiamo il valore della rosa oggi e cos'era due anni fa siamo in una posizione migliore del passato. Non era facile in passato convincere giocatori a venire a Bologna e forse oggi alcuni, per convincerli, è necessario pagarli di più. Vedremo di spendere con più intelligenza".

Rifondazione o rinforzi? "Non credo che possiamo rifondare, lo abbiamo fatto tre anni fa. In alcuni reparti magari abbiamo bisogno di rinforzi, ma la base c'è. Sicuramente alcuni usciranno e altri entreranno, ma non metteremo tutti fuori per ricominciare da zero".

Sui diritti tv e Mediapro (risponde Fenucci): "La situazione è un po' complessa, non c'è una visione univoca da parte dei club e c'è stata una assegnazione da parte di Mediapro. Alcune garanzie non sono arrivate o sono arrivate in maniera parziale. La maggioranza per il momento propende per la risoluzione del contratto con Mediapro e ripartire con una trattativa privata con i brodcasters canonici. Siamo vicini all'inizio del campionato e trattative diverse da quelle tradizionali, tipo il canale di Lega, mi sembrano difficili. Ricavi? La distribuzione fa capo ad una legge dello stato che è stata riformata dal ministro Lotti ma che noi pensavamo più incisiva. Oggi è difficile ipotizzare quanto prenderemo in futuro".

Arrivo di giocatori affermati? "Su questo contano molto i diritti tv e il restyling del Dall'Ara. Mi piacerebbe un giorno prendere un giocatore affermato e di alta qualità, ma prima dobbiamo lavorare sul lato economico per aumentare i ricavi. Per me la crescita della società arriva con gli investimenti calcistici e di strutture. Perché se volessi comprare alcuni giocatori magari senza strutture non arriverebbero".

Dall'Ara (risposta di Fenucci) "La presentazione del piano è legata alla firma dell'accordo con alcune parti in gioco. Due fattori hanno rallentato, il cambiamento del progetto per la vulnerabilità sismica, tutte le tribune saranno più vicine al campo, e la permanenza al Dall'Ara. Stiamo trovando la soluzione di costruire lo stadio per più fasi".

Sul cambio di guida tecnica: "Avevamo l'obiettivo della salvezza ma anche della crescita, sicuramente le ultime due partite hanno inciso. Avendole vinte saremmo arrivati a 45 punti e forse qualche ragionamento diverso sarebbe stato fatto".

Sulla sua permanenza a Bologna: "Il mio piano è riportare Bologna al livello di un tempo, abbiamo qualche difficoltà in più a livello calcistico mentre a livello societario stiamo andando bene. Non entro mai in un giro di affari con una exit strategy, non mi guardo allo specchio e dico ' tra due anni me ne vado'. Se lo facessi non sarei sincero con voi".

Più deluso dal Bologna Prima Squadra o dalla retrocessione della Primavera? "Non ho tanto tempo per guardare il Settore Giovanile, abbiamo tanti progetti e io mi concentro più sullo specifico in alcuni settori. Sicuramente la retrocessione della Primavera disturba sapendo che il prossimo anno sarà difficile ritornare in Primavera 1. Il mio disappunto è che abbiamo cominciato l'anno bene e nella prima metà della stagione eravamo dove volevamo essere, la grande delusione è stata la seconda parte".

Domanda sui pochi incontri del presidente con la stampa: "Se venissi due volte all'anno potreste dire che il proprietario non ama la squadra, il mio stile di gestione è che di venire qui ogni mese, i tifosi mi vedono, vengo allo stadio e delego il lavoro ai dirigenti che sono qui. Anche in Canada parlo due volte all'anno. Non lo faccio per una mancanza di rispetto verso i tifosi".

Domanda sulla lettera da parte di una parte del tifo: "Voglio creare una squadra di cui i bolognesi possano essere fieri. Non si tratta di vincere uno Scudetto ma di dare tutto in campo. A volte quest'anno la delusione non è stata la sconfitta ma come è arrivata. Si può perdere ma con fuoco nel cuore. Questo lo dobbiamo cambiare. La scelta del nuovo tecnico deve andare in questa direzione, serve fuoco e desiderio. Giocatori che sanno cosa significa mettere la maglia rossoblù".

Le idee per la panchina. Inzaghi? "Ci sono tanti allenatori disponibili, abbiamo fatto una lista abbastanza grande e nelle prossime settimane la accorceremo. Per rispetto verso gli allenatori sotto contratto non voglio entrare nel dettaglio. Vogliamo un tecnico col fuoco dentro e che veda in Bologna un passaggio importante".

Sulle seconde squadre (risposta di Fenucci) "Noi siamo favorevoli come principio perché è un percorso che migliora la formazione dei giocatori rispetto ai prestiti. Ci vuole tempo per costruire una squadra che possa competere in Lega Pro e ci vogliono soprattutto strutture adeguate. Serviva una riforma anche dei campionati ma visto il commissariamento il percorso si è complicato".

La conferenza è terminata