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Il Bologna non sa fare punti, all’Inter la vittoria con il minimo sforzo

Altra sconfitta casalinga per il Bologna, decisivi l'errore difensivo di Ferrari e quello di Destro nel finale.

Manuel Minguzzi

L'immagine dello zero a uno di ieri sera contro l'Inter è riassumibile con due fermo immagine: Ferrari che cicca un pallone velenoso e spalanca le porte alla coppia Ljaijc-Icardi e Mattia Destro che scaglia un bolide addosso alla sagoma di Samir Handanovic. Sono le uniche emozioni degne di nota, in mezzo a tutto questo una partita povera tecnicamente in cui i rossoblù si sono sbattuti e hanno lottato, giocando anche decentemente senza però riuscire a finalizzare o trovare l'ultimo passaggio, mentre i nerazzurri hanno cercato di strappare il massimo risultato con il minimo sforzo. E ci sono riusciti, nonostante l'espulsione di Felipe Melo. Così, anche in una nottata in cui l'arbitro Banti decide di essere molto fiscale con la big di turno, il Bologna sciupa tutto lo sciupabile, rendendosi colpevole di una ulteriore sconfitta casalinga nonostante avesse di fronte una Inter al 60%.

La differenza però si è vista proprio nel momento del rosso, perché da una parte i nerazzurri hanno reagito con verve, determinazione, forse spronati anche dalla sfuriata di Mancini con l'arbitro, i rossoblù invece si sono disuniti, mollando psicologicamente la presa di fronte ad un avversario rivitalizzato dall'inferiorità numerica e non affossato. Peccato, perché il primo tempo del Bologna era stato quasi perfetto, Rossi è riuscito a tenere la squadra corta, unita, undici giocatori che si muovevano a sincrono coprendo tutti gli spazi agli avversari. La fisicità a centrocampo dei nerazzurri è stata annullata dal pressing e dall'organizzazione rossoblù, ma il problema del Bologna è che anche quando gioca benino non si presenta dalle parti della porta. Un paio di verticalizzazioni troppo lunghe e nulla più, un paio di uscite basse di Handanovic ma nessuna parata fino al minuto 94. Segnare e fare punti senza tirare verso lo specchio diventa dura.

Dall'altra parte pure l'Inter non si è vista, una punizione centrale di Ljaijc, un sinistro fuori di tre metri di Kondogbia e poco altro. Anche la rete non è frutto di una manovra ragionata, si è trattato di un errore in disimpegno del Bologna, una verticalizzazione banale e un pallone ciccato dal terzino. Di costruito, organizzato: nulla. E' bastato però per fare risultato, perché dall'altra parte il Bologna ha perso determinazione nella ripresa, i cambi di Rossi forse hanno acutizzato la problematica risultando tardivi con alcuni elementi visibilmente stanchi. Non c'è stato il coraggio di mettere le due punte in campo, infatti Destro è sempre stato raddoppiato tutte le volte che gli è arrivata palla. Poi l'ultimo minuto, in cui la difesa dell'Inter era saltata per aria e Ferrari pronto a prendersi la rivincita con un assist delizioso di sinistro. Buffo il destino: ha ciccato in difesa con il suo piede migliore ma ha messo una palla perfetta con l'arto meno nobile dall'altra parte del campo. Se Destro avesse segnato parleremmo di un bel Bologna, di un bravo Rossi che ha azzeccato la sostituzione inserendo la punta titolare nel finale. Invece quella palla è finita addosso al portiere, rendendo vane le giustificazioni per Destro lasciato solo in mezzo alla difesa avversaria e per Ferrari che si è visto privato della sua rivincita. E' la crudeltà del calcio, che si mischia in mezzo alle colpe di un Bologna ancora inadatto alla Serie A. Dopo una sequenza impressionante di punti lasciati per strada tra le mura amiche, diventa difficile attenuare la sconfitta con la bella prestazione. Perdere partite del genere è diabolico, non per la classifica (un punto non cambia la vita), ma per il morale di tutti.