Gravina: “Siamo molto indietro sugli stadi, ma qualcosa si muove”. E cita Bologna

Un Europeo in coabitazione con la Turchia perché non si poteva fare altrimenti. L'Italia avrà la sua occasione nel 2032 con la speranza che l'opportunità consenta al mondo del pallone di adattare le strutture alla modernità e alla funzionalità dei tempi che corrono. Una candidatura in solitaria avrebbe avuto molte difficoltà a spuntarla, proprio per mancanza di stadi all'avanguardia, così si è arrivati ad un accordo con la Turchia per spartirsi l'Europeo con cinque stadi ciascuno. Ne ha parlato oggi il presidente federale Gravina:

"Siamo indietro sulla questione stadi, molto indietro - si legge su Tmw - L'Europeo 2032 è una opportunità da cogliere dopo 42 anni Italia '90 e dobbiamo sensibilizzare tutti e capire che la costruzione delle infrastrutture in Italia non può arrivare con l'elargizione di soldi a fondo perduto da parte del Governo Italiano". Ma per costruire nuovi stadi servono finanziamenti, investimenti e percorsi burocratici più snelli: "La Federazione è a disposizione di tutti per fare in modo che ci sia meno burocrazia.  Qualche giorno fa ho avuto il piacere di inaugurare il Viola Park e devo dire che è meraviglioso, non c'è un centro sportivo migliore. Firenze, Bologna, Cagliari, c'è fermento a Roma: qualcosa sul fronte stadi, qualcosa si muove".

E su quanti stadi verranno coinvolti Gravina risponde così: "Cinque o sei, dipenderà dal calendario sportivo ma non possiamo pensare di utilizzare Euro 2032 solo per cinque stadi. Tutti dovranno essere in grado di potersi attivare per costruire stadi all'altezza. La co-organizzazione con la Turchia è stata avviata in tempi non sospetti e c'era il rischio di non essere ammessi: abbiamo dovuto preparare un progetto con garanzie sugli stadi che non avevamo".

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