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'Oggi come oggi il “Thiamo Motta” è uno slogan globale, qui. E il “thiagomottismo” – religione calcistica che anche lo scrittore Enrico Brizzi ha postato da… militante – fa sì che andare un passo alla volta sia il credo col quale agire' scrive Matteo Dalla Vite.
Ma c'è in ballo una scadenza contrattuale e un rinnovo da firmare, e per ora non ci sono novità. Il Bologna è in pressing e sta cercando di convincerlo, con Saputo in testa che ha capito come portare il club a un certo livello, e i confronti sono in atto da tempo sul rinnovo fino al 2026, ma Motta per ora non ha firmato, vuole rimanere concentrato sul presente e nel momento in cui dovesse firmare non tornerebbe indietro. Tradotto: in caso di accordo direbbe poi di no ad eventuali chiamate da altre squadre, big comprese. Dall'altra parte c'è il richiamo delle big, si è parlato di Juve e Milan in Italia, Psg o Barcellona all'estero, ma si sa che Thiago vuole un progetto e non sposa un nome tanto per. Un altro fattore potrebbe essere l'irripetibilità di una stagione così. Conquistare l'Europa con il Bologna vorrebbe dire quasi aver vinto uno Scudetto. Infine, il fattore umano. Thiago ne è coinvolto, c'è una petizione da 4000 firme e chissà che il 'proviamoci assieme' non faccia brezza. 'Oggi ogni chiacchiera è virtuale: il Bologna studia da big e Motta big lo sta diventando. Disse il ds Di Vaio: «Più andremo su e più cresceranno le possibilità di tenerlo». Indizio? Bologna ci prova', chiosa Dalla Vite.
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