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Qualche tempo fa il Bologna aveva realizzato la Giornata dei tifosi rossoblù di fuori regione, e anche fuori dall'Italia. Ci sono i presupposti perché l'iniziativa si ripeta?
“In questi anni ho scoperto tantissimi tifosi sparsi in tutto il mondo. Peccato che ci sia una tifoseria un po' a macchia di leopardo, e quindi non sempre riescono a mettersi in contatto tra loro e coagularsi per formare anche dei punti di ritrovo, se non dei veri e propri club”.
Quali sono le cifre dei club fuori dalla Regione?
“Fuori regione ci sono club a Sulmona e Roma. Fuori dai confini ci sono tanti club in Europa, come quelli a Lisbona dedicato a Weisz, Bruxelles, Londa, Repubblica Ceca. Quello più 'esotico' è a Phuket, ma ce ne sono a New York, New Orleans, Canada e presto in Brasile. E poi non dimentichiamoci dei nostri due tifosi orientali, il giapponese Syu Fuka la coreana Goun Jeong”.
Cosa è possibile fare per rivitalizzare la loro attività, visto che con una società sempre più internazionale i confini si stanno ampliando?
“I tifosi che vivono fuori Bologna soffrono molto più di noi, ed è bene premiarli di tanto in tanto con iniziative dedicate ai tifosi che non abitano a Bologna: è un riconoscimento nei loro confronti. Come presidente del CBC sono a disposizione, contatterò il Bologna per fare questa richiesta da parte di tutti i tifosi. Anche a noi che viviamo sotto le due torri fa piacere ospitare i tifosi che vengono da fuori. Il Centro Bologna Club cerca sempre di promuovere club, ma i tifosi sono un po' sparsi per il mondo e facciamo a volte fatica a contattarli tutti: sarebbe utile che fossero loro a contattare noi per arrivare a loro. Oggi giorno i social network sono utili e potrebbero essere utilizzati per promuovere i nuovi club, come il Club rossoblù Lombardia, che sta nascendo in questo periodo”.
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