Ha da poco compiuto e festeggiato 50 anni, ma BeppeSignori è ancora un simbolo di uno degli ultimi Bologna competitivi, capace di raggiungere anche la semifinale di Coppa Uefa. La redazione di TBW lo ha incontrato nel suo noto ristorante bolognese tra presente, futuro, aneddoti, Bologna, e un grande appuntamento il 22 marzo al PalaDozza.
news
ESCLUSIVA TBW – Signori: “Stadio nuovo fondamentale per tornare in Europa. I miei 50? Vi aspetto il 22 marzo”
Beppe Signori si è raccontato a Tbw nella location del suo splendido ristorante bolognese. Beppe Gol a tutto tondo su passato, presente e futuro, con un grande appuntamento per i suoi 50 anni di Tommaso Ferrarello, Giuseppe Scialabba e...
Partiamo dalla grande festa del 17 febbraio a Palazzo Albergati. C'erano grandi protagonisti...
"È andato tutto bene, viste anche le risposte che ho avuto dai vari personaggi che erano presenti. C’erano Zeman, Paramatti, Binotto, il duo di Emigratis (Pio e Amedeo ndr) e così via. Era presente il Felsina calcio e l’Isokinetic, così come tutti gli allenatori che mi hanno seguito dai primi tempi fino a Zeman, per non dimenticare tanti miei ex compagni di squadra, tanti amici, il Bologna Calcio e la Macron. È stata credo una festa abbastanza free, non ingessata come tante volte ci si aspetta. Ci siamo divertiti: c’è stata bella musica con FioZanotti e la presentazione di Comaschi. È stata una bella serata e quindi vorrei ringraziare pubblicamente tutte le persone che hanno voluto condividere con me questo importante traguardo dei cinquant’anni".
"“Non è finita qui, ci sarà anche una grande festa il 22 Marzo al Pala Dozza, come è nata e di cosa potrà godere il pubblico?
"“È nata dalla collaborazione di Sport Surround con Felsina Calcio e Enjoy Soccer Academy. E’ un evento che comincerà dal pomeriggio con un torneo dei bambini di varie squadre giovanili fra cui il Felsina Calcio, il Bologna Fc, Enjoy Soccer Academy e una quarta squadra che adesso stiamo ancora cercando di recuperare. La manifestazione culminerà con una partita del mio Bologna, quindi con Pagliuca, Paramatti, Nervo, Paganini, contro quella del Bologna di Di Vaio, Perez, Gilardino e Diamanti, ma Alino ha trovato squadra (Perugia ndr) e vedremo se ci sarà. Sarà presente anche qualche rossoblù attuale, ovviamente non giocherà per evitare qualche possibile infortunio, ma comunque saranno in tribuna o in parterre per fare foto e autografi. Sarà una serata divertente e quindi vi aspettiamo tutti il 22 di marzo a partire circa dalle 16:00 fino a mezzanotte inoltrata".
Rimanendo sul futuro, quali sono i suoi progetti? Ha in mente di diventare allenatore? Se sì, a chi si ispira di più per quanto riguarda il gioco?
"Adesso per note vicende sono costretto a star fermo, ma sicuramente l’obiettivo e il sogno è quello di poter allenare, soprattutto i ragazzi. Credo che chi ha giocato a certi livelli abbia l’esperienza per poter insegnare qualcosa ai ragazzi giovani. Chiaramente la mia fonte d’ispirazione è Zeman. Potrà sembrare una cosa scontata, ma la sua filosofia può portare una mentalità vincente in un gruppo, anche se poi è chiaro che per vincere serve anche altro. Difendersi attaccando: credo sia proprio questa la scuola di pensiero cui appartengo".
"“Tornando al presente, volevamo sapere un pensiero sul Bologna attuale di Saputo e come lo vede sia in un futuro a medio-lungo termine.
"“Diciamo che dopo tanti anni di sofferenza penso che sia arrivata una persona che ha fatto capire che vuole investire su una squadra e su una città. Per i risultati sicuramente bisognerà ancora aspettare, visto che comunque quando c'è un progetto ci vogliono degli anni per poter raggiungere degli obiettivi che si sono posti. Lo stadio nuovo, se verrà fatto, sarà fondamentale per costruire una squadra che possa lottare almeno per i posti Uefa e per tornare a girare l’Europa come facevamo noi nel ’98”.
Arriviamo proprio a quella avventura rossoblù. Perché scelse Bologna e che ricordi ha della sua esperienza felsinea?
“Arrivavo dalla negativa esperienza alla Sampdoria, in cui fui operato alla schiena di ernia del disco. Avevo assoluta necessità di trovare una struttura che mi potesse rimettere a posto fisicamente nel minor tempo possibile. Tutti mi parlavano molto bene dell’Isokinetic. Casualmente, allo stesso tempo, ricevetti una chiamata da Cinquini, l’allora DS rossoblù, che mi proponeva di andare a giocare al Bologna: non esitai un attimo ad accettare. Onestamente conoscevo poco Bologna, ero al corrente del fatto che l’Isokinetic fosse una struttura all’avanguardia. Col senno di poi questa scelta fu giustissima, anche perché ho deciso di vivere e far crescere i miei figli in questa città. L’Isokinetic fu fantastico, io riuscii a recuperare al 100 per cento, l’allenatore e i tifosi mi hanno saputo aspettare con pazienza dal momento che avevo bisogno di tempo per ritrovare la forma e la condizione fisica migliore. La mia esperienza al Bologna la vedo come un capitolo a parte, è stata la mia rinascita da calciatore".
C’è stato, nella sua carriera, qualche difensore particolarmente difficile da affrontare?
"Negli anni Novanta la qualità, soprattutto per quanto riguarda i difensori, era molto alta: da Bergomi a Ferrara, da Montero a Baresi, passando per Maldini e Costacurta, potrei dirne a centinaia di difensori di alto livello. Essendo tutti calciatori forti, superarli era molto difficile. È ovvio che io sono stato molto agevolato dal fatto di avere un fisico brevilineo e quindi cercavo di sfruttare la mia rapidità contro difensori che avevano un’altezza superiore alla mia ed erano un po’ più lenti".
Ritornando all'oggi, c'è stata anche la debacle della Nazionale. Vista la mancata qualificazione al prossimo mondiale di Russia, cosa potrebbe fare l'Italia per tornare ai fasti di un tempo?”
"“Penso che sia sotto l'occhio di tutti che ci sia un problema alla base: le squadre italiane non hanno investito sui settori giovanili e in più, a parte l'Atalanta che fa crescere gli italiani, le altre squadre preferiscono puntare sui ragazzini stranieri. L’Italia ha dei giocatori che sono già formati e comunque porterà avanti il progetto per i prossimi europei, però manca la materia prima che sono appunto i giovani. Bisogna ripartire da lì”.
Uno dei papabili per la prossima Nazionale è Verdi, che ne pensa del suo rifiuto al Napoli?
“Bisognerebbe entrare nella testa di Verdi. Aver già lavorato con Sarri poteva essere un vantaggio per lui, però probabilmente ha fatto diverse valutazioni e, vedendo che il tecnico dei partenopei non cambia mai formazione, ha deciso di rimanere a Bologna. E’ capitato a molti calciatori di andare a Napoli per poi non scendere quasi mai in campo. Nel calcio bisogna fare delle scelte: o giocare con continuità e divertirsi, oppure vincere lo scudetto, ma calcando con meno regolarità il rettangolo verde. Sono cose che uno si deve sentire dentro. Simone ha 25 anni e ha ancora tutto il tempo per poter scegliere e valutare di andare a giocare in una big. Attualmente ha la possibilità di mettere in mostra il suo grande valore giocando con continuità e vestendo la maglia del Bologna".
C’è qualche giocatore italiano attuale in cui si rivede particolarmente?
“Per caratteristiche tecniche di calciatori mancini non ne stanno uscendo tanti negli ultimi anni. Un calciatore che, non per colpa sua, avrebbe potuto esprimere molto di più è Giuseppe Rossi: i troppi infortuni l’hanno rallentato molto. Un altro calciatore molto simile alle mie caratteristiche, anche se non è italiano, è Paulo Dybala. L’argentino è più goleador dell’attuale calciatore del Genoa, ma quando quest’ultimo era in condizione e stava bene ha fatto vedere giocate molto importanti. In generale, sia per fisicità, sia per capacità tecniche, mi rivedo molto in questi due".
"“Una curiosità: è vero che un paio d'anni fa il Barcellona l'ha contattata per aiutare Neymar a perfezionare i calci di rigore?
"“È vero, il Barcellona mi ha contattato dopo aver visto visto delle immagini del mio modo di tirare i rigori e siccome Neymar aveva iniziato questo tipo di calcio, ma aveva sbagliato due rigori consecutivi, hanno chiesto a me qualche consiglio. Il segreto è guardare il ginocchio del portiere: tu non prendendo la rincorsa costringi il portiere a dover decidere subito dove tuffarsi, ma così facendo deve piegare subito un ginocchio per darsi lo slancio, il trucco sta tirare dalla parte del ginocchio più basso”.
Nella foto, parte della redazione di TBW con Beppe Signori
© RIPRODUZIONE RISERVATA