Verdi fuori un mese per infortunio, Destro in rotta di collisione con l’allenatore, Krejci non pervenuto, Okwonkwo e Petkovic mandati in prestito in cerca di ribalta, Falletti e Avenatti incognite, Orsolini una scommessa, Palacio con il peso dei suoi 36 anni sulle spalle. In mezzo a tanta desolazione, un solo nome pare racchiudere dentro di sé un potenziale ancora inespresso, ed è quello di Federico Di Francesco. L’esterno rossoblù è l’arma da riaffilare nelle ultime quattordici partite che mancano e, forse, anche in un ipotetico Bologna senza Verdi e, probabilmente, anche senza Destro. Un capitale ancora deprezzato su cui il Bologna può ricostruire le sue sembianze offensive. Arrivato dal Lanciano nel 2016 per una cifra vicina al milione e quattro, da Donadoni gli viene riconosciuta abnegazione, ma ne vengono criticate irruenza e corse a vuoto. È pur vero però che Di Francesco a Bologna non è ancora riuscito a giocare più di cinque partite consecutive da titolare: superato l’anno scorso da Krejci, quest’anno nelle gerarchie di Donadoni è dietro Verdi e Palacio. Dopo il brutto infortunio al ginocchio, adesso Di Francesco è un candidato chiave a reggere le sorti dell’attacco. E lo farà già domenica, contro la squadra forgiata proprio da suo padre.
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Di Francesco patrimonio da tutelare
In ottica futura l’esterno sarà fondamentale. Occorre valorizzarlo
da Repubblica - Bologna
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