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La sesta vittoria consecutiva in campionato, conseguita in quel dì Bergamo, ha lanciato sempre di più il Bologna nella rincorsa alla qualificazione in Champions League, mettendo in mostra le qualità di una squadra profondamente cresciuta rispetto alle passate stagioni.
Dietro ai risultati eccezionali dei rossoblù, secondo il Corriere dello Sport, non ci sono soltanto i dettami tattici di un allenatore, Thiago Motta, che valorizza i singoli all'interno di un collettivo e che promette di far esprimere anche una parte del potenziale inespresso di questo gruppo, ma anche e soprattutto l'idea di fondo secondo la quale il "noi" debba essere più importante dell'"io" all'interno dello spogliatoio. Vi è infatti un'idea ben definita di meritocrazia, secondo la quale "non vi sono figli e figliastri" e tutti fanno la loro parte per la causa del Bologna, anche senza giocare da titolari. Inoltre, a giocare è chi se lo merita giorno dopo giorno dimostrandolo in allenamento, un'idea che già era stata messa in atto nella passata stagione e che continua ad essere espressa con soluzione di continuità ancora oggi. Vi è infine una proposta di gioco propositiva, sempre votata all'idea di non voler mai buttare via il pallone in fase di possesso e di avere giocatori capaci di "fare tutto" tra le varie fasi di gioco.
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