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Carlino – Un decennio di Saputo in rossoblù: “Spero di fare come Dall’Ara”

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ricordi di un Saputo di 10 anni fa, l'arrivo al Bologna, un amore a prima vista, le decisioni importanti e la strada verso il cambiamento
Redazione TuttoBolognaWeb

Il calcio di Saputo: passione e business familiare

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Dopo dieci anni i ricordi riaffiorano e in tanti ricorderanno il manto bianco che coprì Bologna la sera in cui sarebbe stato in programma il match Bologna-Juventus (11 febbraio 2012). Saputo racconta con una certa emozione quei momenti: "Mi sono sentito a casa". Come ci ricorda Il Resto del Carlino, lo scatto decisivo avvenne proprio in quella notte bolognese. Partita saltata, si andò a cena assieme: lì Saputo convinse Marco Di Vaio a chiudere la sua grande avventura da giocatore al Montreal. Squadra grazie a cui il presidente si avvicinò al calcio, non più come una sola passione, ma come business:

"A Montreal la mia famiglia acquistò la squadra per restituire qualcosa alla città. Mio padre Lino dice sempre " Se dobbiamo fare qualcosa facciamolo bene, ai massimi livelli". Per questo in seguito siamo entrati nella Major League Soccer e lì abbiamo capito che non era solo sport, solo una passione di famiglia, ma business. Poi quando sono entrato nel Bologna non era nei miei piani diventarne l'azionista di maggioranza. Ma c'era l'opportunità di diventare socio di un club di Serie A e per me era importante far crescere la squadra di Montreal attraverso un gemellaggio".


Saputo a Bologna: sulle orme di Dall'Ara

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Joey Saputo ricorda anche quel periodo come non facilissimo per quanto riguarda la gestione di un club importante come questo. I partner di allora non erano sulla sua stessa linea d'onda, ma, da parte sua, la costanza e lo spirito d'iniziativa ci sono sempre stati e con il tempo hanno dato i loro frutti:

"Una volta che ci metto la faccia voglio che sia un successo. Ritrovarsi qui dopo dieci anni significa che prendere il Bologna in quel momento per me è stata la scelta migliore, considerando anche le difficoltà che oggi hanno alcune proprietà straniere".

Insegnamento dal padre Lino: importanza del capitale umano

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Saputo ha un occhio per ciascun tassello che forma il grande macchinario rossoblù. Per lui è importante essere presente nei momenti sia positivi, ma soprattutto di difficoltà, sempre pronto a tendere la mano. Dal tecnico Thiago Motta, che descrive come una persona fantastica e molto brava a far crescere i giocatori, fino all'ultimo magazziniere di Casteldebole. Tutti sono parte essenziale dell'azienda.

"Un'altra frase che ripete sempre mio padre è che il capitale umano è la cosa più importante di un'azienda. I giocatori li vedono tutti, ma dietro c'è un mondo: il magazziniere, chi lavora nel marketing, chi lava le maglie. Ecco perché per me sono importanti i compleanni di queste persone che lavorano a Casteldebole: perché per avere rispetto bisogna innanzitutto darlo".

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