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Bologna, rivoluzione d’estate: da Ndoye ai nuovi orizzonti europei

Redazione TuttoBolognaWeb
Bologna FC rivoluziona il mercato: cessione di Ndoye, obiettivo Heggem e nuove ambizioni europee per la stagione 2025-26

Un’estate così, Bologna non la viveva da decenni. Non solo per il trionfo in Coppa Italia, tornato dopo mezzo secolo, ma per la scossa che il calciomercato ha impresso al cuore del progetto rossoblù. Il club emiliano, reduce da una stagione da sogno, ha acceso i motori in sede di trattative con l’obiettivo chiaro di capitalizzare il momento e costruire un’identità vincente anche nel lungo termine.

L’uscita di Dan Ndoye è la prima grande onda di un mercato che promette di essere tanto strategico quanto ambizioso. La sua partenza verso il Nottingham Forest, ufficializzata a fine luglio per una cifra attorno ai 34 milioni di sterline, è stata letta da molti come la fine di un ciclo. Ma la realtà è ben diversa: è l’inizio di una nuova fase. Anche i pronostici sport, solitamente prudenti con le “sorprese” del campionato, iniziano a includere Bologna tra le outsider di lusso per la stagione che verrà.

L’addio di Ndoye: quando vendere è un’arte

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Ndoye lascia Bologna da eroe, dopo aver segnato il gol che ha consegnato la Coppa Italia ai rossoblù contro il Milan. Lo svizzero classe 2000 è cresciuto in modo esponenziale in due stagioni, diventando una pedina tattica imprescindibile per Italiano. La Premier League lo ha sedotto con la sua fisicità e i suoi spazi aperti, e il Forest ha investito cifre da record per portarlo a casa.

Un’operazione che porta nelle casse emiliane una cifra vicina ai 40 milioni di euro, compresi bonus e percentuali su future rivendite. Ma soprattutto, offre alla dirigenza la possibilità di agire sul mercato con una potenza di fuoco ben diversa. A Casteldebole, sanno bene che le grandi squadre si costruiscono nei momenti cruciali: vendere al momento giusto è il primo passo per tornare protagonisti anche in Europa.


Heggem, il profilo ideale per la retroguardia

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Il primo nome cerchiato in rosso sul taccuino di Di Vaio è quello di Torbjørn Heggem, centrale norvegese del West Bromwich Albion. Classe 2001, Heggem si è distinto nella Championship inglese per la sua solidità difensiva, il senso della posizione e la capacità di impostare dal basso. Doti perfette per il sistema di Vincenzo Italiano, che vuole una squadra corta, aggressiva e rapida nella transizione.

Il Bologna ha già avviato i contatti con il club inglese e sarebbe pronto a mettere sul piatto 6,5 milioni di euro. Il West Brom, dal canto suo, valuta il giocatore intorno ai 10 milioni. La trattativa è in corso, ma l’interesse è concreto e le possibilità di chiusura reali. Heggem sarebbe il profilo ideale per sostituire Martin Erlić, anche lui in uscita, destinato al Midtjylland.

Un progetto europeo in costruzione

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L’obiettivo dichiarato è quello di rinforzare la rosa in ogni reparto, puntando su giovani di talento con margini di crescita ma anche esperienza internazionale. Con la Champions League alle porte – una prima volta dopo oltre 60 anni – serviranno gambe fresche, alternative di qualità e una profondità mai vista prima al Dall’Ara.

Italiano chiede rinforzi mirati: un difensore centrale, un esterno offensivo, un centrocampista box-to-box e un vice attaccante. Il tecnico, già confermato fino al 2026, è il perno su cui ruota tutta l’impalcatura rossoblù. Dopo aver riportato una coppa sotto le Due Torri e aver restituito entusiasmo a una piazza storica, ora ha la missione di guidare Bologna in Europa senza perdere l’identità di gioco.

Giovani, scouting e patrimonio tecnico

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Non solo acquisti. Il Bologna lavora anche sul fronte delle conferme e delle valorizzazioni. Sono stati rinnovati diversi contratti nel vivaio, e giocatori come Antonio Raimondo, Tommaso Corazza e Giovanni Pagliuca sono pronti a fare il salto definitivo tra i professionisti. La cantera felsinea resta un asset fondamentale, non solo per motivi economici, ma per il legame con il territorio e la costruzione di un’identità forte.

In parallelo, la rete scouting – la stessa che ha portato in Emilia profili come Ferguson, Posch e Skorupski – continua a monitorare i mercati nordici, francesi e balcanici. Occhio anche al Sudamerica, dove l’area tecnica ha puntato un paio di attaccanti under 23 con potenziale da top player.

Una stagione da vivere a testa alta

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A Bologna, lo sanno tutti: la prossima sarà una stagione diversa da tutte le altre. Le pressioni aumenteranno, le aspettative pure. Ma lo spirito che si respira è quello giusto: ambizione, sì, ma senza perdere la bussola. La cessione di Ndoye è stata letta dal gruppo come un’opportunità, non una perdita. E l’arrivo di nuovi volti, scelti con attenzione, potrebbe portare quel mix di freschezza e fame che serve per alzare ulteriormente l’asticella.

Il calciomercato non è ancora entrato nel vivo, ma il Bologna c’è. Sottotraccia, lontano dai riflettori, ma con idee chiare e una visione moderna. Non è più tempo di miracoli occasionali: a Casteldebole si pianifica, si costruisce e si sogna in grande.

E questo, nel calcio di oggi, vale già mezzo campionato.