Questo cambiamento è indicativo di quanto rapidamente possa variare la percezione di un club, soprattutto in un campionato competitivo come quello italiano. Le performance del Bologna sono diventate un punto di riferimento anche per chi analizza il calcio attraverso numeri e statistiche: un’evoluzione che rafforza la credibilità del progetto emiliano.
Vincenzo Italiano, l’artefice silenzioso della metamorfosi
—Uno dei fattori chiave del successo del Bologna risiede nella guida tecnica di Vincenzo Italiano. Il tecnico, arrivato dopo l’ottimo lavoro svolto alla Fiorentina, ha saputo subito imprimere una mentalità offensiva ma disciplinata. La sua visione tattica ha valorizzato un gruppo eterogeneo, capace di alternare moduli e atteggiamenti in base all’avversario, mantenendo però sempre intatta la propria filosofia di gioco.
Italiano ha investito sulla costruzione dal basso, sul pressing alto e sulla rotazione degli uomini, ottenendo risultati concreti senza dover ricorrere a nomi altisonanti. Il gioco propositivo è stato accompagnato da una solidità difensiva sorprendente: il Bologna è tra le migliori dieci difese del campionato, un risultato tutt'altro che scontato per una squadra con ambizioni europee ma risorse limitate.
Il talento di Orsolini e la rinascita dei “gregari”
—Tra le note più liete della stagione c’è Riccardo Orsolini, ormai diventato simbolo di un Bologna che non si arrende. L’attaccante marchigiano ha messo a segno gol decisivi e, soprattutto, ha mostrato una maturità tattica inedita, riuscendo a coniugare estro e disciplina. Il suo gol in rovesciata contro l’Inter è diventato una sorta di manifesto della stagione: improvviso, coraggioso, letale.
Accanto a lui, brillano anche profili meno celebrati, ma altrettanto fondamentali. Da Lewis Ferguson a Freuler, passando per il giovane Calafiori reinventato difensore centrale, la rosa del Bologna dimostra quanto una squadra possa crescere quando ogni elemento trova la propria collocazione ideale. Questa valorizzazione del collettivo è uno degli aspetti che più ha sorpreso analisti e addetti ai lavori.
Un calendario difficile, ma l’obiettivo è a portata di mano
—La parte finale del campionato sarà decisiva: nelle ultime tre giornate, il Bologna affronterà Milan, Fiorentina e Genoa. Scontri che, per intensità e importanza, potrebbero determinare il destino europeo della squadra. Oltre al campionato, c'è anche la finale di Coppa Italia contro il Milan, una chance storica per portare a casa un trofeo che manca da oltre mezzo secolo.
Gestire le energie fisiche e mentali sarà fondamentale. La rosa non è profondissima, ma l’organizzazione del gruppo e la capacità di Italiano di leggere le partite potrebbero fare la differenza. A sorprendere è anche la maturità con cui la squadra affronta le pressioni: poche sbavature, pochi momenti di flessione. Un dato raro in Serie A, dove spesso la continuità sfugge anche ai club più attrezzati.
Oltre i numeri: Una squadra che ispira
—Se il calcio è anche una questione di narrazioni, il Bologna 2024/25 è una di quelle storie che lasciano il segno. Non c’è un singolo eroe, ma tanti interpreti che recitano lo stesso copione con convinzione e senso di appartenenza. Non c’è un colpo di mercato da prima pagina, ma un’identità costruita nel tempo, tassello dopo tassello.
In un’epoca in cui il successo sembra legato solo al budget o al marketing, il Bologna dimostra che si può competere anche con risorse inferiori, a patto di avere idee, coraggio e coerenza. Il futuro è ancora tutto da scrivere, ma il presente racconta di un club che ha saputo sorprendere, e forse cambiare, il panorama della Serie A.
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