Non c'era unità
—Capozucca però non era supportato da tutti dentro al Genoa e alla fine l'esperienza di Motta durò poco:
"Fosse stato per me sarebbe rimasto a lungo, ma c’erano troppe correnti interne che la pensavano diversamente: infatti me andai anch’io, perché non c’era unità di intenti. Di Thiago comunque mi rimase impressa la grande personalità, e il suo carattere d’altri tempi: rinunciò alla parte di stipendio che gli spettava, fu un vero signore. Purtroppo però nel calcio d’oggi contano solo i risultati nell’immediato, e l’ultimaparola ce l’hanno i presidenti. Fu un peccato".
La 'benedizione' di Allegri
—Su Thiago Motta c'è stata anche la 'benedizione' di Allegri, allenatore che Capozucca conosce benissimo:
"Prima di un Cagliari-Juventus di qualche anno fa parlo con Allegri e delle nuove leve della panchina Max si sbilancia, cosa pressoché inedita. Mi dice sicuro: dei nuovi, quello che arriverà più lontano è Thiago Motta. Insomma, una bella “ benedizione”.
Ora alla Ternana, Capozucca ha scelto la coppia di giovani rossoblù formata da Pyythia e Raimondo. Soprattutto sull'attaccante Capozucca punta tanto: "Su Antonio poi ho un altro piccolo aneddoto. Quando l’ho preso gli ho detto che l’ho fatto perché mi ricordava un certo Marco Borriello, che lanciai al Genoa: il mancino è lo stesso, anche il modo di giocare. Sa cosa m’ha risposto il ragazzo? Che spera di far meglio di Borriello, già protagonista di un’ottima carriera".
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