lo spunto

Destro e Donadoni: una rinascita in fase embrionale

Concreti passi avanti a Bergamo per Mattia Destro, finalmente concreto e incisivo: la dimostrazione che una palla gol su due la trasforma. Ma basta a certificare un ritrovato feeling con l'allenatore?

Manuel Minguzzi

Destro a Bergamo ha giocato da Mattia Destro. Gol, aiuto alla squadra, concretezza, voglia, determinazione. Tutto quello che chiedeva Donadoni alla viglia. Ma può bastare una partita per sancire una rinascita?

Di sicuro la versione vista all'Atleti Azzurri d'Italia riconsegna al Bologna un Destro in grado di fare la differenza, soprattutto può dimostrare come il numero dieci sia in grado di essere determinato e incisivo sotto porta. In sintesi, se la squadra gioca bene anche Destro riesce a esprimersi sui suoi livelli, quando invece il Bologna non crea lui non riesce a determinare. Questo perché Mattia è un attaccante che va supportato, non è un Di Vaio che può crearsi l'azione da solo, almeno non sempre. Affinché Destro faccia il Destro serve una squadra che giochi al calcio, aspetto non sempre visto in questa stagione. Servirebbe, cioè, una identità ben precisa, e qui tocca all'allenatore trasmetterla. Destro ha avuto due palle gol a Bergamo, una trasformata e una parata abilmente dal portiere.

Ora, se la partita di sabato è la testimonianza della rinascita lo vedremo domenica al cospetto di una Udinese in forma, ma il fatto che Destro sabato abbia inciso non è sufficiente a certificare una ritrovata sintonia tecnica con Donadoni. 90 minuti non possono determinare un giudizio sul lungo periodo, anche perché il beffardo 3-2 è arrivato senza Simone Verdi in campo, di gran lunga uno dei migliori giocatori della squadra. Banalizzando molto, potremmo allora dire che il Bologna può fare a meno di Verdi, quando in realtà tutti sappiamo non essere così. E' stata a tratti una partita strana, un match in cui una Atalanta imperfetta si è consegnata alle ripartenze del Bologna, ovvero un piano tattico totalmente diverso da quello dell'andata quando i rossoblù non riuscirono sostanzialmente ad arrivare dalle parti della porta mentre dietro soffrirono enormemente. Ci sono stati meriti del Bologna, senza dubbio, ma anche demeriti altrui, come sempre accade nel calcio quando una partita finisce 3-2. A maggior ragione, l'assenza di Verdi ha pesato, perché un paio di ripartenze sarebbero state sfruttate decisamente meglio. Banalizzando ulteriormente, potremmo dire che il Bologna può fare a meno anche di Dzemaili, autore sabato della sua peggior partita dell'anno. Ecco perché occorre prudenza prima di rievocare fenomenali risalite. L'unico punto certo, probabilmente, della sconfitta di sabato è uno: se il Bologna gioca discretamente sa fare anche gol. La domanda è: perché per tanto tempo abbiamo giocato così male quando invece le nostre potenzialità ci avrebbero consentito di fare meglio? Sarebbe una domanda da sottoporre al mister (senza che per forza ci parli di determinazione e aggressività...).

tutte le notizie di