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Da fenomeni a brocchi in quattro mesi: Mancini non può essere Ventura

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Mancini vicino a essere il nuovo Ventura, ma ha perso una partita su quaranta

Manuel Minguzzi

L'Italia dovrà passare dagli spareggi per andare al Mondiale; ed è un disastro. Anche solo pensare ad una sosta di campionato di due mesi - uno di mondiale più il resto - tra novembre e gennaio, per giunta senza l'Italia, produce una certa orticaria e quello che è accaduto a Belfast non è certamente uno spot per il calcio italiano. Ma a tutto c'è un limite.

L'Italia di Mancini nelle ultime 40 partite ne ha persa una sola. Sì, una. Eppure, da oggi il commissario tecnico campione d'Europa in carica è diventato un Ventura qualsiasi. Beh no, non ci sto. Il mio parere conterà zero nel mare dell'opinione pubblica nazionale, ma cancellare e radere al suolo il clamoroso successo di Londra per 'colpa' di un paio di partite andate male - bastava segnare un rigore - non è certamente il modo migliore per riprendere la marcia. Non c'è da buttare giù niente di quanto costruito fino a qua, servirà invece analizzare e capire i motivi di questa prima disfatta 'manciniana' per fare in modo che non ricapiti più e che si ripalesi lo spirito visto quattro mesi fa. Non distruggere, ma ristrutturare quello che già c'è visto che veniamo da un Europeo vinto. E non è pensabile cambiare opinione e parere su un ct dopo soli quattro mesi a causa di un paio di partite, su cinquanta, andate storte. E' il famoso cavalcare l'onda che mi fa ribrezzo. I carri sono fatti per restarci, non per salirci o scenderci sulla base di una partita. Ma funziona così: finché vinci tutti ti seguiranno, quando inizi a perdere in tanti ti abbandoneranno. Ci sono quasi quattro mesi per evitare che Mancini diventi totalmente il nuovo Ventura. Ci riusciremo?