lo spunto

Chi si ricorda di Paloschi?

Nel corso dell’estate è stata nutrita una certa invidia nei confronti dell’Atalanta per l’acquisto di Paloschi, ma dopo 5 giornate è il Bologna a far godere i propri tifosi.

Manuel Minguzzi

Il giudice supremo del mercato è sempre il campo. Sulla carta si possono fare tante ipotesi, ma sarà poi il rettangolo verde a sancire la verità. In quanti in estate hanno provato invidia per il mercato dell’Atalanta? Qualcuno c’era. ‘Bisognava prendere Paloschi, non una schiera di mezzepunte che non segnano!’ si diceva. In realtà, bastava non soffermarsi solo sull’apparenza, ovvero di un mercato bergamasco improntato più sulle cessioni che sugli acquisti. C’è stato sì uno sforzo per prendere Paloschi, ma riequilibrato da una serie di cessioni relative a giocatori che la scorsa stagione rappresentavano la spina dorsale della squadra.

Oltre a tutto questo, c’è la scelta di Gasperini sulla panchina, un tecnico molto offensivo che non sempre si può sposare bene con una squadra chiamata a salvarsi. Gasp è quel classico allenatore che sembra esprimersi meglio in determinate piazze, nel suo caso Genova e poco altro, dove cioè è inserito in un ambiente che conosce e che sa cosa aspettarsi da lui. All’Atalanta è diverso, forse ci vuole più tempo, ma si sa che il calcio non perdona gli insuccessi e se la stagione della Dea non trova una svolta immediata la panchina sarà inevitabilmente a rischio. Poi i problemi, prima gli attriti con Pinilla, successivamente quelli con Sportiello, insomma può essere la stagione che nasce sotto cattivi auspici.

Il Bologna invece ha cercato di supportare Destro con giocatori più utili alle sue caratteristiche e al modulo di Donadoni, senza per forza dover investire per un attaccante, sulla carta, da doppia cifra. Qui bisognerebbe anche capire se Paloschi è indiscutibilmente una punta stabile da più di dieci gol, perché fino a qui in Serie A ha segnato meno di Destro e con un anno in più. Insomma, se il Bologna viaggia nelle parti alte della classifica ci sarà un motivo, non si può solo pensare che i nove punti siano frutto del calendario facile e di avversari benevoli. Un’altra sindrome cittadina da debellare è quella basata sulla invidia di ciò che hanno gli altri. I giocatori delle rivali, in estate, sono sempre più forti dei nostri. Forse a volte si può semplicemente provare a credere fermamente su chi veste i colori rossoblù, anche perché storicamente in Serie A nessuno ci regala nulla. Paloschi è dimenticato, perché abbiamo Destro, Krejci, il nuovo bomber Verdi su cui anche io credebo poco. Forse stiamo bene così.