lo spunto

Bomba a orologeria

Corvino, stanco di alcune situazioni, medita di lasciare il club. La permanenza di Donadoni è meno certa: è l'ennesimo paradosso della Bologna calcistica

Manuel Minguzzi

C'è qualcosa di chiaro attorno al Bologna? La domanda è lecita. Perché tra Corvino e Donadoni il Bologna rischia di perdere entrambi, dovendo ripartire di nuovo la prossima stagione con un progetto diverso e basate su persone nuove.

Rumors cittadini, rilanciati ieri dal Corriere di Bologna ma noti da tempo, parlano di una quiete apparente a Casteldebole. Si mormora che qualcuno dall'interno (o dall'esterno) voglia fare le scarpe al direttore sportivo, troppo accentratore per quanto riguarda le strategie tecniche della squadra. Personalità forte, innegabile, ma anche dirigente capace e portatore di risultati, non solo dal punto di vista sportivo. Le casse della Fiorentina potrebbero testimoniarlo, anche quelle future del Bologna viste le plusvalenze che si stanno creando. Eppure, Bologna è una città strana: calma, vivibile e grassa socialmente, ingestibile calcisticamente (uno spicchio di essa). Non si riesce a vivere serenamente il calcio, neanche adesso, con una squadra giovane e futuribile e che ha raggiunto - con 10 giornate d'anticipo - la quota salvezza delle ultime stagioni. Corvino ha fatto errori e ha speso troppo per determinate operazioni? La sua personalità può essere ingombrante? Ha un modo di lavorare tutto suo? Posto che sia vero, nel calcio non sono i risultati a fare la differenza? Soprattutto ora, un momento storico di trionfante risalita dopo anni difficili, pieni di stenti, stampelle, buchi di bilancio e gestioni raffazzonate, potrebbe essere logico godersi il momento. Ma non sarà così...

Insomma, le strategie da dietro le quinte non hanno abbandonato il Bologna, una situazione che si pensava chiusa con l'avvento di una nuova proprietà. Pare essere un problema serio, se davvero il Ds salentino pensa all'uscita di scena per una situazione insopportabile (o per altri motivi). Un po' come, tra colleghi di ufficio, ci si saluta cordialmente solo per educazione, mentre alle spalle succede di tutto. Quello che preme, però, è il bene del Bologna, un lavoro iniziato in questa stagione e che meriterebbe di essere portato avanti, completato, puntellato. Probabilmente non sarà così, il rischio che la situazione sia ad un punto di non ritorno c'è. Una bomba a orologeria di difficile disinnesco, perché stanno per riaprirsi le fazioni, i corviniani e gli anti corviniani, i saputiani a prescindere e fuschiani di ritorno. Qualcuno sottolinea la strana coincidenza della fuga di notizie con l'imminente arrivo di Saputo, come se fosse tutto programmato e figlio di una exit strategy, il problema è che non si tiene conto del fatto che da mesi vengono accostati direttori sportivi al Bologna e la società non ha mai smentito. Come se ognuno di noi, anche a fronte di risultati, lavorasse duramente ma sentisse provenire spifferi su eventuali nuovi candidati al posto di lavoro che occupa. Qualche dubbio verrebbe, oltre ad un malumore generale che non è certo figlio di una nottata insonne, ma latente, da diverso tempo. Da quel che si sente nelle ultime ore sembra che parlare con Corvino sia un difetto, l'accusa sarebbe una sorta di notizia sospinta dal principale protagonista. Ci ho parlato? Sì, ma non solo nelle ultime ore, come ho fatto anche con Fusco quando era in carica qui. Per un giornalista che si occupa di questo è la normalità. Quello che desta curiosità, strana coincidenza, è l'apparizione di chi non proferiva verbo da diverso tempo. Ma questa è un'altra storia (o forse no…).

Resta il fatto che i colori rossoblù potrebbero ritrovarsi la prossima stagione con due figure totalmente diverse: un nuovo Ds e un nuovo allenatore. Sarà curioso capire i motivi di tale separazione (se questa avverrà) e quello che farà Saputo da oggi quando ritornerà in Italia. Sempre sia lodato Joey, ma se deciderà di cambiare ci venga spiegato il motivo. Il tempo delle guerre intestine dovrebbe finire, la trasparenza alla base di tutto.