lo spunto

Bologna ritrovato, oggi la squadra merita applausi

Manuel Minguzzi

Mai come ora, a maggior ragione in vista della prossima stagione, serve tenere vivo il rapporto tra i tifosi (obbligati a stare a casa) e squadra, tenendo saldo quel legame passionale che due partite post Covid non possono aver smorzato. E le prossime nove dovranno servire a fare sì che il progetto tecnico imbastito da Sinisa rimanga ancora nel cuore dell'ambiente bolognese, cioè un nuovo ciclo che merita fiducia per investimenti fatti e proposta di calcio mostrata senza che, dopo appena tre partite, una platea poco incline alla fiducia ridiventi esigente chiedendo tutto subito. Nel momento in cui la società pone come obiettivo l'Europa, in automatico è lecito alzare il livello delle richieste tecniche, ma sempre senza esasperazione perché il Bologna non avrà mai la forza economica e l'appeal dei top club. Dovrà lavorare con intelligenza e furbizia, cioè ripercorrere per quanto possibile le orme dell'Atalanta per assumere uno status diverso. Bologna è piazza blasonata, ma ci sarà sempre in Italia e in Europa un pesce più grosso: gli investimenti faraonici non faranno mai parte della dimensione di un club come il nostro anche se governato da un imprenditore facoltoso. Il percorso dovrà prevedere allora una strategia diversa, ma questo non preclude in partenza la buona riuscita della missione. Non era questo l'anno per andare in Europa o provarci sul serio, perché il gap tra 44 punti e gli oltre 60 che servono per varcare i confini non è colmabile in un solo anno (e per giunta con tutto quello che è successo). Oggi, comunque, ho rivisto un buon Bologna.

 

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