la voce del tifoso

The Wowo factor

Redazione TuttoBolognaWeb

di Rosanna D'Atri

Oggi vi racconto una storia, una di quelle che mi piace raccontare, una di quelle che guardandomi indietro dico di non voler dimenticare. Vi racconto la storia di un ragazzino della primavera, WOWOWO, che circa un anno fa entrò in campo nei minuti finali di una partita che il Bologna aveva già vinto e quando lo speaker pronunciò il suo nome ci fu una risatina generale tra noi amici di curva. “Come ha detto che si chiama?”, “Ah vez non ne ho idea”, “Ma non è quello della primavera?”, “Ah si può essere”, “Si ma come si chiama”?, “Boh, qualcosa tipo WOWOWO”.

Così, tra uno sguardo perplesso e uno divertito, abbiamo continuato a pensare a quale fosse il nome reale di quel ragazzino che in un paio di minuti aveva già corso più di quello che era in campo prima di lui e oggi, quel nome, lo conosciamo bene. Orji Okwonkwo, il Black Mamba del Bologna, diciannovenne pescato nei meandri dell’Accademia di Abuja, insieme a Mbaye e Donsah produce un black sound che in una piazza come quella felsinea è la base ideale per mandare il morale alle stelle e continuare a vedere questa squadra esattamente come andrebbe vista sempre: una squadra che in 14 partite ha fatto 20 punti, con un allenatore in grado di tirare fuori il meglio da talenti come quello del nigeriano, definito mentore anche dal suo procuratore.

La storia di Wowowo al Bfc nasce da un no secco rifilato al Chelsea e a qualche altra dozzina di mezze corazzate europee, che si erano gettate sulla preda appena visto il potenziale espresso ai Mondiali Under 17 del 2015. Lui ha scelto l’Italia, noi ringraziamo e battiamo le mani leccandoci i baffi ogni volta che Donadoni lo mette in campo perché ormai, al netto dei periodi fortunati nella carriera di ognuno di noi, quel potenziale si sta trasformando in concretezza e i 3 gol fatti ne sono la prova schiacciante. Non è solo una questione di talento, di fisicità e di intelligenza tattica, è soprattutto l’atteggiamento generale che questo ragazzo  ha mostrato a farlo entrare nelle gerarchie emozionali dei tifosi e aver chiuso la partita con la Doria, gli ha dato di diritto un posto speciale. Eleonor Roosvelt diceva che il futuro appartiene a chi crede nella bellezza dei propri sogni, essere il giocatore che ha segnato più gol in meno minuti giocati di questa Serie A non è solo un sogno, è proprio un bel sogno. Noi, senza nulla togliere al tuo cognome, continueremo a urlare Wowowo  e ad abbracciarci festanti ogni volta che la palla la metti in rete, che sia un gol decisivo o solo un plus per le statistiche personali, perché il wowo factor ci piace molto e vogliamo continuare a sognare insieme a te.