Partenza ad handicap tra infortuni e condizione fisica in ritardo

Chiariamo subito una cosa: il Bologna visto a Roma, specie nella prima mezz’ora, perderebbe con almeno mezza serie A. Qui però c’è da dire che al debutto mancavano Miranda, Holm, Ferguson e Rowe appena arrivato. 4 titolari quasi inamovibili e i carichi di lavoro svolti in ritiro, sono stati piuttosto pesanti. All’Olimpico la squadra faticava a costruire dal basso, mancava la brillantezza per farlo e Gasperini aveva messo uomo contro uomo, con pressing asfissiante a tutto campo. Prima del cooling break, è stata solo Roma ma se Immobile non si fosse incespicato sul pallone, dopo la prateria lasciata involontariamente libera da Mancini, scivolato goffamente dopo appena 2 minuti, la partita avrebbe potuto prendere anche un’altra piega. Venerdì in conferenza stampa, ero stato sibillino nelle 2 domande fatte al mister. Ciro da quando è arrivato è stato quasi sempre impiegato da titolare. Vero, Castro veniva da un infortunio e in fase realizzativa, nel finale di campionato, è mancato però, a mio avviso, il titolare è Castro, per via di tanti movimenti che fa in campo anche in fase di non possesso e per la garra che ci mette contro ogni avversario. Ciro non fa ancora quei movimenti necessari per aprire gli spazi e giocare di nuovo all’Olimpico dopo 2 anni, sicuramente gli ha creato una certa tensione emotiva e fisica. Penso che l’infortunio dopo neanche 20 minuti di gioco, sia stato condizionato da questa sua tensione. Non lo dico col senno di poi perché venerdì avevo lanciato un campanello d’allarme; sarei partito con Castro dal primo minuto e dopo aver sfiancato gli avversari per una buona ora, avrei inserito Immobile o Dallinga l’ultima mezz’ora. Tutta la squadra poi, è apparsa in ritardo di condizione. Ci vorrà un mesetto per ritrovare freschezza atletica, ritmo e velocità nella manovra. Il marchio di fabbrica rossoblu come la manovra verticale, il palleggio, uscire palla al piede dalla difesa, possesso palla e gioco sulle fasce, si è visto poco o nulla. Sono altresì quasi convinto che se non ci fosse stato l’errore di Lucumì, il Bologna forse un punto lo avrebbe portato a casa. A proposito di Lucumì, spendo una considerazione. È così necessario a campionato iniziato, mantenere aperto il mercato? Una volta, quando il campionato iniziava, le trattative erano chiuse. Riapriva ad ottobre quello di riparazione, poi spostato a gennaio. Vero, prima la stagione iniziava verso metà/fine settembre, addirittura qualche volta ad ottobre, specie dopo i mondiali e gli europei. Ora è tutto più compresso ma dall’1 luglio fino a 2 giorni prima dell’inizio del campionato, una cinquantina di giorni o poco più, ritengo siano sufficienti per decretare poi chiuso il mercato ad inizio stagione. Lucumì sia chiaro, al netto dell’errore madornale nel regalare la palla a Wesley, non ha demeritato; però si gioca condizionati tra voci del procuratore, della dirigenza e di chi si propone. Questo regolamento bisogna provare a cambiarlo; anche Italiano a fine mercato lo ha rimarcato. Si insegnano schemi, giocate e a stagione già cominciata un tuo giocatore rischia di dover andar via. Non è poi facile rimpiazzarlo con un altro giocatore che arriva da altre soluzioni tattiche impartite pochi giorni prima da un altro mister. Si deve trovare una soluzione il prima possibile. Detto ciò, il Bologna ha le qualità per considerare la sconfitta contro la Roma, come un incidente di percorso di inizio campionato. Una volta che le gambe riprenderanno a girare, alcuni giocatori chiave torneranno in campo, si rivedrà il Bologna dei tempi migliori. La prima giornata ci ha regalato qualche sorpresa, come il Pisa che ha impattato a Bergamo e la Cremonese che ha espugnato San Siro, contro il Milan. Il 2-0 del Como contro la Lazio, non la considero una sorpresa ma fa sempre notizia e la squadra lariana, ha tutte le carte in regola per lottare per i piani alti della classifica. In linea di massima ho visto tutte squadre più in condizione del Bologna, molto più da corsa. Attendiamo le solite 5-6 giornate prima di dare un giudizio più indicativo, con uno sguardo, magari già dalla prossima stagione, ad un calcio mercato che non può restare aperto a campionato iniziato.