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La magica parolina Scudetto da maneggiare con cura. Sognare si può, senza esagerare

Manuel Minguzzi
Manuel Minguzzi Caporedattore 
Il Bologna chiamato a navigare in equilibrio tra entusiasmo e realtà. Il sogno c'è, ma va maneggiato con estrema delicatezza

Si può coniugare l'entusiasmo con il pragmatismo, l'emozione con la razionalità, il sogno con il realismo? Difficile a dirsi, ma il Bologna dovrà farlo. La gestione delle emozioni e dei complimenti sarà la vera missione di questa fase. Pensare allo Scudetto, con 27 partite da giocare, può essere fortemente motivante ma anche furtivamente fuorviante. Servirà la via di mezzo, non per annacquare la spinta della città ma per tenere la squadra sul pezzo con umiltà. A volte anche i troppi elogi possono recare danno, far smarrire la bussola, ubriacare le menti fino ad annebbiarle, perdendo di vista la realtà, che è sempre quella a cui rimanere ancorati. Niente voli troppo pindarici, ma passione e fame quelle sì che serviranno tutte. Il Bologna dovrà continuare a fari spenti, come se nessuno lo considerasse, sempre con l'elmetto in testa, sempre con questa vorace voglia di sbranare gli avversari e macinare gioco, col suo stile, con la sua identità, ma guai se dovesse sentirsi improvvisamente fenomeno, perdendo il filo diretto con le prerogative che lo hanno spinto fin quassù.