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Trovare due rigori inesistenti da una parte per evitare di parlare dell'unico certo e chiaro dall'altra. La tattica è nota: farsi passare da vittime tartassate dall'arbitro quando invece il danno è andato nella direzione opposta. Succede questo nel mondo mediatico del calcio da parte di chi conserva l'arroganza di voler gestire i pesi politici del settore, sentendosi, però, meno 'potente' di un tempo. E l'ansia di tornare ai vertici è una brutta bestia da gestire, infatti non ci si riesce. L'esempio è un allenatore che sbraita dentro le mura di uno spogliatoio, con l'intento di farsi sentire da tutti, perché il dirigente della squadra danneggiata ha deciso di far presente il danno subito, non per garantirsi vantaggi futuri ma per difender l'operato dei suoi tesserati, bravissimi a disputare una grande partita, e per far emergere un grave errore su cui tutti chiedono chiarezza. Ed è per questo che Rocchi renderà pubblico l'audio: capire se l'arbitro si è imposto facendo valere la valutazione di campo al di sopra del Var. Di Bello aveva condotto una gara perfetta, non dando i due rigori inesistenti, ma ciccando clamorosamente l'unico esistente e chi si dimena, lamentandosi, lo fa perché si sente meno 'potente' di un tempo. Non parlo della Juventus inteso come club, nessuno ha proferito verbo, ma di chi la segue chiedendo un intervento pubblico per qualcosa che non esiste: ovvero un presunto torto arbitrale. L'arbitro era l'alibi dei perdenti una volta...
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