L'ormai mitico 30 giugno è arrivato e, come sempre, si è portato via pezzi più o meno grandi del Bologna; via i Gilardino, i Curci, i Perez, i Gabbiadini e tutti gli altri che, per un motivo o un altro, avevano questa data cerchiata sul calendario a mo' di spada di Damocle che li avrebbe letteralmente amputati dalla rosa di Pioli. A questo proposito, approfitto per congratularmi pubblicamente con coloro che lavorano al sito web del BFC: anche quest'anno, con una solerzia inaudita, hanno rimosso i suddetti volti dalla sezione ‘’calciatori’’, quasi come a sperare che il famoso detto ‘’lontano dagli occhi, lontano dal cuore’’ funzioni davvero. No, stavolta dimenticare certi personaggi sarà ancora più difficile del solito anche perché il fatidico 30 giugno, quasi come a voler infierire, ha visto disputarsi la ‘’finalina’’ per il terzo e quarto posto della Confederation Cup tra Italia e Uruguay; una partita che oltre al pathos classico che solo la Nazionale sa dare (e ne abbiamo avuto prova in queste notti brasiliane, antipasto di ciò che ci aspetta tra un anno) ha avuto un sapore più rossoblù che mai. Nelle rose a disposizione di Prandelli e Tabarez figuravano i vari Diamanti (che ha deliziato la platea, scettici dell'ultim'ora compresi, con una perla delle sue), Gilardino, Perez e Ramirez, insomma, presente e passato del Bologna. E futuro? Qua ci vuole un punto interrogativo più grande delle sopracciglia dei fratelli Cannavaro, per restare in ambito azzurro. In questo siamo nelle mani del signor Roberto Zanzi, oltre al solito Guaraldi che, anche a causa della stazza, fa sempre da parafulmini per tutti: il duo dei ‘’castigatori’’ che ogni anno deve immolare i nostri beniamini per far quadrare dei bilanci che poi, non si capisce perché, non quadrano mai nonostante i tanti innesti di liquidi freschi (ergo, di altri ‘’sacrificati’’) degli ultimi tempi. E' un po' come le zanzare: estenuati da notti in bianco a combattere questi piccoli grandi problemi estivi, a un certo punto ci si ritrova quasi a fare un tacito accordo con loro, come a dire: ‘’Ok, ti concedo un po' del mio sangue a patto che sarai paga e mi lascerai in pace.’’ Grave errore: l'essere minuscolo in questione sprigionerà un appetito degno di un cinghiale e, beffa delle beffe, nel portarvi via prezioso sangue dovrà pure fare rumore e svegliarvi affinché voi possiate assistere a questo scempio. Che sadismo il mondo animale! E, in fondo, anche noi siamo animali. E lo è anche il ‘’Zanzus ’’, di professione DG del Bologna: quest'anno per ora la nostra zanz-ara ha sacrificato ‘’solo’’ Alessandro Capello. Se il mercato in uscita segue questo canovaccio, tra addii fisiologici (chiamiamoli così) e, sperando di sbagliarmi, sorpresine di fine agosto legate ai nomi di Alino e Taider su tutti, quello in entrata non è da meno; il verbale slancio di entusiasmo comincia già a fine maggio con un elenco di personaggi che per tutta l'estate sarà definito come ‘’a un passo dal Bologna’’, ma poi questo passo si rivela probabilmente lungo come quello di Polifemo. Dal ‘’passo’’ si arriva al ‘’saltata la trattativa’’ e quindi, a rischio di sembrare il menagramo della situazione, in questo caso il sogno Roque Santa Cruz di turno (per non parlare del ‘’ritorno’’ del Gila) col passare dei giorni subirà delle sfumature cromatiche sempre più nette: no, il bomber paraguaiano non può venire più, ma in compenso c'è gente come Bianchi, Floccari, Floro Flores, Toni e anche, perché no, un bel Bernardo Corradi di prima maniera. Dunque, ‘’passo’’, ‘’salto’’, sono le connotazioni di un neologismo tutto nostro, il verbo ‘’Zanzare’’, un lemma che può strappare un pirandelliano sorriso, oltre che giocatori e sogni estivi dei tifosi rossoblù. So che non è elegante guardare nel giardino altrui ma a parziale alibi dello ‘’Zanzus ’’ devo dire che le altre squadre a questo punto dell'anno non stanno messe molto meglio di noi. A parte il buffo esempio di casa D'Alessio, divisa nettamente in due: da una parte c'è l'amarezza per l'eventuale partenza di Cavani, compensata però da arrivi illustri dei vari Torres o Dzeko. E poi ci sono io, pronta a esultare per molto meno, anche solo se in porta non dovessero arrivare Bizzarri e i suoi 50 anni sul groppone. A parte gli scherzi, auguro al nostro direttore generale un mercato da applausi. Possibilmente applausi veri, non quelli che di notte, diciamo così, vengono riservati alle sue colleghe zanzare...
editoriale
Voce del verbo Zanzare
L’ormai mitico 30 giugno è arrivato e, come sempre, si è portato via pezzi più o meno grandi del Bologna; via i Gilardino, i Curci, i Perez, i Gabbiadini e tutti gli altri che, per un motivo o un altro, avevano questa...
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