editoriale

Troppi pareggi? Un mese fa li avremmo firmati

Ancora un’occasione persa? Si, in fin dei conti possiamo dire così, perché per la seconda volta in sette giorni siamo andati vicinissimi a battere una squadra importante (blasone, pubblico e storia sono una cosa, classifica e presente...

Giacomo Bianchi

Ancora un'occasione persa? Si, in fin dei conti possiamo dire così, perché per la seconda volta in sette giorni siamo andati vicinissimi a battere una squadra importante (blasone, pubblico e storia sono una cosa, classifica e presente un'altra) con una prestazione di altissimo livello. I primi 45 minuti del Bologna sono stati da manuale del calcio: sono stati il frutto del lavoro di Donadoni e dei suoi collaboratori, sono stati il frutto dei mesi insieme di questi ragazzi, sono stati il frutto delle fatiche di Castelrotto e delle sedute tattiche a porte chiuse del giovedì, del venerdì e del sabato mattina. La squadra gioca bene, sa come comportarsi sul terreno di gioco e ha le idee chiare su come muoversi e disporsi in campo, lo ha fatto vedere anche ieri. Poi, nella ripresa qualcosa è cambiato, e vanno riconosciuti i meriti del Sassuolo e di mister Di Francesco, bravo a stravolgere i suoi e a dare loro un assetto differente. Il Bologna però non ha quasi mai sofferto. E forse è proprio per questo motivo che il rammarico è doppio: una settimana fa a Roma avevamo giocato alzando le barricate davanti alla nostra porta, domenica invece Da Costa non è mai stato impegnato con continuità e si è limitato a gestire la partita.

Dispiace ancora una volta, e per la terza gara consecutiva, mettiamo in saccoccia meno di quanto ci saremmo aspettati, per motivi diversi: ieri per la tanta mole di gioco prodotta e per le occasioni avute, una settimana fa per la beffa a tempo scaduto, e contro il Genoa il rammarico è tanto per una partita che poteva essere gestita meglio, da tutti. Il Bologna è in crisi? Il Bologna non sa più vincere? Ma no, ma no, non diciamo sciocchezze. È vero che non si vince da più di un mese (infrasettimanale contro la Samp), però è anche vero che si sono pareggiate tre partite contro squadre (almeno sulla carta) più forti. Il calendario in questo momento è complicato, e se tre settimane fa ci avessero detto che avremmo pareggiato a San Siro e all'Olimpico e fermato il Sassuolo, beh, penso che in tanti avremmo firmato per ottenere questi risultati. Quella di domenica è stata una partita che può portare a tantissime analisi e può portare a soffermarsi su diversi aspetti: tra questi, il fatto che la squadra pecchi di esperienza e che queste gare fanno parte del processo di crescita del gruppo che porterà ad una maturazione costante col passare delle settimane, anche vivendo sulla propria pelle delle (mezze) delusioni. Il fatto di peccare di esperienza non è solo legato all'età dei singoli (ieri in campo c'erano 5 "vecchietti"), ma anche al fatto che molti di questi ragazzi sono chiamati ad avere un ruolo da protagonisti e devono abituarsi a questo "status". E il processo, non è così immediato: li carica di responsabilità e comporta che loro abbiano un certo grado di maturità, che può aumentare solo con lo stare tanto in campo, passando anche attraverso momenti così. Sono straconvinto che Helander non commetterà più l'errore fatto domenica, e che Krejici sarà più cattivo nel chiudere la partita la prossima volta che si troverà sui piedi un'occasione ghiotta come due giorni fa. Sono tutti insegnamenti, che devono arrivare e lasciare qualcosa. Da parte nostra, dobbiamo avere pazienza e "accettare" queste cose, visto che tanto ci piace la linea della squadra giovane scelta dalla Società. Sono convito che potremo toglierci tante soddisfazioni, attraversando anche momenti non troppo esaltanti. E una bella soddisfazione, sarebbe quella di andare a Verona e sgambettare il tanto simpatico Chievo. Sarebbe bello, sarebbe una novità.