editoriale

Stefano Nyers: campione nell’Inter, amico di Bologna

Alla vigilia di Bologna-Inter c’è spazio per un passo indietro nel percorso della storia del calcio italiano guardando ad un periodo lontano in cui la nostra Serie A era ricca di grandi campioni e di storie ben più interessanti di quelle...
Redazione TuttoBolognaWeb

Alla vigilia di Bologna-Inter c'è spazio per un passo indietro nel percorso della storia del calcio italiano guardando ad un periodo lontano in cui la nostra Serie A era ricca di grandi campioni e di storie ben più interessanti di quelle degli attuali divi da social network. Una di queste vicende riguarda uno dei più grandi bomber della storia dell'Inter che però ha legato un periodo importante della sua vita anche alla città di Bologna.

Si tratta di Istvan Nyers detto anche Stefano o Etienne, nato in Francia ma cresciuto in Ungheria, terra dove mosse i suoi primi passi da calciatore professionista nell'immediato dopoguerra. Assistito come procuratore dal Mago Herrera, arrivò nel nostro calcio nel 1948 grazie alla felice intuizione di Giulio Cappelli che gli mise addosso la maglia dell'Inter e conquistò immediatamente il titolo di capocannoniere mettendo a segno ben 26 gol alla prima stagione italiana. Brevilineo, grintoso, rapido e potente, si ricordano ancora la sua straordinaria potenza nelle rimesse laterali che arrivavano fino a quaranta metri di distanza ma soprattutto i gol. Tantissimi gol. Alla fine dei suoi sei anni in nerazzurro le reti furono ben 133 in 182 presenze: numeri che lo collocano al quarto posto assoluto tra i migliori realizzatori in Serie A della storia del club milanese e conditi anche da due Scudetti. La sua carriera proseguì ancora fino al 1961 accompagnata da una vita mondana di tutto rispetto tra auto di lusso, belle donne e lunghe serate nei migliori locali notturni in cui amava giocare a poker spesso senza grande fortuna: una vita vissuta sempre al massimo finendo per consumare troppo in fretta quanto guadagnato con la sua classe. Il suo incontro con Bologna arriva più tardi quando si trasferisce proprio all'ombra delle Due Torri e più precisamente in via Galliera apprezzando subito lo stile di vita schietto e dedito ai piaceri di una città in cui trova il luogo ideale per la sua fame di vita ma anche buoni amici. Uno di questi è il professor Daniele Bracchetti, noto primario di cardiologia, che oggi ci aiuta a ricordare questo grande campione. "Nel 1985 Stefano fu colto da un infarto ed ebbe bisogno di cure urgenti ma già allora non aveva più i mezzi per permettersele - ricorda - e pertanto gliele fornimmo gratuitamente". Un gesto non dimenticato dallo stesso Nyers che per molti anni continuò a ricordarsi del professor Bracchetti fino a quando non scomparve del tutto dalla scena ritirandosi in una piccola cittadina della Serbia con la seconda moglie. "Uno degli episodi che mi raccontò - ricorda ancora l'ex medico del campione - è relativo alla tragedia del Grande Torino. Quando accadde la disgrazia nel 1949 Nyers ed i compagni dell'Inter si recarono in Piemonte di persona per andare a prendersi cura delle famiglie dei calciatori granata". Storie di un calcio molto lontano da quello che commentiamo ogni giorno e che rendono onore ad un campione che purtroppo è morto lontano dalle luci della ribalta ed in povertà, impossibilitato a sostenere le cure specifiche per l'ictus che lo aveva colpito nel 2004 e scomparso nel marzo dell'anno successivo a poche settimane dal suo ottantunesimo compleanno.


 

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