editoriale

Ore 15, lezione di tifo

Tifare BFC spesso è un’impresa. Da quando ho iniziato a seguire il calcio e ad essere un appassionato tifoso del Bologna, posso vantare una manciata di soddisfazioni e un elenco infinito di sconfitte, umiliazioni e situazioni che...

Redazione TuttoBolognaWeb

Tifare BFC spesso è un'impresa. Da quando ho iniziato a seguire il calcio e ad essere un appassionato tifoso del Bologna, posso vantare una manciata di soddisfazioni e un elenco infinito di sconfitte, umiliazioni e situazioni che spesso sembrano troppo assurde per essere vere. Una galleria degli orrori che farebbe demordere chiunque sia completamente sano di mente ed abbia un minimo di amor proprio. Alle rare vittorie contro lo squadrone di turno segue, solitamente, una prestazione opaca contro squadre più abbordabili. Non appena si pensa di poter svoltare una stagione con una serie di buoni risultati, si smette di vincere per mesi. Ogni volta che basterebbe un piccolo sforzo per avere una rosa competitiva, la squadra viene smantellata e ricostruita a casaccio. Se andassimo a vedere nel dettaglio i buoni motivi per fare altro la domenica, potremmo scrivere per giorni con l'assoluta certezza dell'impossibilità che qualcuno si ostini ancora a tifare Bologna. Invece NO. La storia del BFC dal ritorno in serie A ad oggi ha due costanti: lo squallore legato alla società (con le relative ripercussioni sul campo e sul bilancio) e le meraviglie legate alla tifoseria. Nonostante i fatti dicano che tifare Bologna sia contrario ad ogni logica, ci sono ancora svariate migliaia di "matti" che ogni domenica soffrono, si disperano, imprecano e, raramente, gioiscono. Persone che pochi minuti dopo il triplice fischio che sigilla l'ennesima sconfitta, non vedono l'ora che sia nuovamente domenica per sostenere ancora quella maglia. Durante le ultime magre annate, i tifosi non hanno abbandonato il Bologna, anzi, vi si sono stretti attorno con forza, non facendo mai mancare il proprio supporto e sostenendo fino alla fine la squadra. Sempre. Il più recente capitolo di questa storia d'amore è andato in scena lo scorso week-end, prima, durante e dopo la partita contro il Livorno. L'incontro coi toscani, nona partita del campionato, arrivava dopo 8 giornate senza vittorie (senza tenere conto di quelle dello scorso campionato), peggior avvio di sempre nella storia del BFC. Ancora una volta la curva A.Costa ha risposto abbracciando la squadra: il sabato mattina un migliaio di tifosi si sono radunati a Casteldebole per dimostrare il proprio sostegno ai ragazzi con una imponente manifestazione di affetto. Il giorno seguente la curva, con quella che è stata una delle prestazioni più belle di sempre, ha sostenuto il Bologna non smettendo mai di cantare regalando una cornice incredibile. I gruppi della curva A.Costa, così come molti singoli tifosi, sono senza dubbio quanto di più bello abbiamo visto in questi ultimi anni. Una tifoseria straordinaria che meriterebbe di venire ricambiata con ben altro trattamento da parte della società. Invece il pubblico del Dall'Ara deve sorbirsi spettacoli indegni dentro e fuori dal campo, nel triste scenario di uno stadio letteralmente ricoperto di escrementi e che cade a pezzi (situazione alla quale, per convenzione tra BFC e Comune, toccherebbe al Bologna mettere mano). Una tifoseria che nonostante tutto sostiene una squadra debolissima, alla vigilia di quello che sembra un nuovo novembre porceddiano : ci sono segni concreti, a breve disponibili sul bilancio approvato pochi giorni fa, che il BFC non goda di buona salute e che Guaraldi e soci ci stiano riportando esattamente là dove ci avevano preso, ad un passo dal fallimento (alla faccia della buona amministrazione tanto propagandata dalla servile stampa amica). Una tifoseria fantastica che dovrebbe essere premiata con grandi soddisfazioni e ben altri scenari. L'augurio che faccio a tutti noi, è che questo possa accadere, possibilmente già al prossimo cambio di società. Un cambiamento che, dati alla mano, avverrà inevitabilmente a breve, con la speranza che possa completarsi evitando il fallimento col conseguente lungo travaglio della ripartenza dai campi di provincia. Scenari sui quali, comunque, saremmo sempre presenti in massa in nome di una passione che chi vive per speculare non conoscerà mai.