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editoriale
Storie di miti improvvisi e il mito si sublima nella figura principe di tutti gli idoli: il Bomber!
La storia dei bomber rossoblù degli ultimi quarant'anni non può che passare da colui che nell'immaginario di noi ragazzini ritenevamo (purtroppo a torto, dirà la storia) imprescindibile: non ci sarà mai un Bologna senza Savoldi! E le fughe mattiniere a comprare Stadio l’ultimo giorno di mercato si consumarono in quella profonda delusione della tanta esorcizzata quanto annunciata cessione (al Napoli ...per contropartite tecniche di basso profilo e qualche spicciolo). Da Beppe gol Primo a Beppe Gol Signori, ennesimo esempio di rigenerazione di campioni. L’uomo della firma in bianco a Gazzoni, della sfida quotidiana con se stesso, della fame di gol. E come lui Marco Di Vaio, l’Uomo della Provvidenza, perfino l'Impossibile Baggio, ma è facile citare l'ovvio. Invece mi piace pensare a gente come Stefano Chiodi venuto dalla nostra bassa per regalare poi (magari solo come rigorista cecchino) la stella al Milan di Rivera; o Gil De Ponti, toscanaccio indomito e arruffone ma che entusiasmava la Curva; passando per Kubilay Turkyilmaz il turco svizzero dal rutto clamoroso a Mai Dire Gol, la coppia Pradella e Marronaro o il Conte Max Marazzina. Bomber principi per la serie B, dove anche Bellucci diede il meglio e dove Bresciani faticò parecchio salvando però la memoria col gol promozione al Chievo nella cavalcata Ulivierana. Per non parlare della categoria inferiore in cui Cecconi pur taraghignando con lo stesso Renzaccio lasciò il suo segno (cosa che non fecero un giovane Palmieri poi esploso altrove piuttosto che Marco Negri, faccia da western, o Foglietti e un misterioso Pazzaglia con un solo inutile gol nello spareggio rubato dalla Spal). In C ci giovammo di uno dei più prolifici goleador della Terza Serie: Sauro Frutti che forse chissà, avrebbe potuto dire la sua anche in campionati diversi. E' piacevole ripensare alla coppia Kennet e Igor, piuttosto che sul terzetto alternato della rimonta Radice: Fiorini, Garritano ed Eneas de Camargo (in cui segnavano poi soprattutto i primi due), sul gringo Clerici, o sul Cruz prima crisantemo più che Jardinero (ma sempre esaltato dalla Curva, proprio per il ragionamento iniziale) e poi destinato a platee europee. Inizialmente pareva quasi più adatto a fare la riserva alla promessa Cipriani che però dopo la notte indimenticabile di San Siro (con doppietta dedicata al povero amico Niccolò Galli) dovette cedere alla sfortuna di guai fisici irrisolvibili. Poi tante altre facce da gol: Giordano a fine carriera, Adailton rigeneratosi quando si ruppe Di Vaio, Tare dai piedi ruvidi (e forse da ambizioni dirigenziali con pochi scrupoli), Bucchi preso praticamente a gettone che cedette le ultime giornate ad un impensabile Dinone Fava miracolato per tre partite. Le delusioni? Tante: Rubio pontificato ma impalpabile; Gibellini e Cornacchini (entrambi fallimentari ma con la differenza che il primo retrocesse, con un altro bel flop: Russo; mentre il secondo contribuì alla promozione); Bordon e Vincenzi quasi capocannonieri a Ottobre e poi a secco fino alla fine; Pinone Lorenzo, di cui si raccontano ben altre virtù (ma un rigorone all’Admira Wacker!) e che Bersellini a Sampdoria soleva preferire a Mancini (?) finendo con Bernacci, Sanchez, Ventola e Bertuzzo... supposto erede di Savoldi (e il cerchio si chiude!) con gol all'esordio e poi finito nell'oscuro oblio.
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