editoriale

“Il calcio è strano, Beppe”

E’ stata una settimana piuttosto intensa, non c’è che dire, ricca di avvenimenti e di cose di cui parlare, che per noi addetti ai lavori è come manna dal cielo. Partendo dal fatto più fresco, rimarrà nella...

Redazione TuttoBolognaWeb

E’ stata una settimana piuttosto intensa, non c’è che dire, ricca di avvenimenti e di cose di cui parlare, che per noi addetti ai lavori è come manna dal cielo. Partendo dal fatto più fresco, rimarrà nella storia la batosta di dimensioni tennistiche inflitta dalla Germania ai padroni di casa del Brasile nella prima semifinale del Mondiale. Un 1-7 che lascia poco spazio a giudizi di alcuna sorta: la superiorità tedesca è apparsa netta, a tratti schiacciante, e le assenze di Thiago Silva e Neymar da sole non possono bastare per giustificare un flop di una squadra, quella verdeoro, non all’altezza delle attese e che fino a martedì era andata avanti grazie a qualche “manata” arbitrale (per usare un termine caro al presidente), qualche giocata dei singoli e ai gol dei difensori. “Il calcio è strano, Beppe”: una famosa citazione di Fabio Caressa rivolta a Beppe Bergomi, che inquadra appieno il cammino della squadra di Felipe Scolari: la nazionale con più Mondiali in bacheca che ha visto la difesa sgretolarsi senza il suo capitano Thiago Silva, con un David Luiz che, orfano dell’ex milanista, non ci ha capito proprio niente per tutti i 90’; e che ha dovuto affidarsi in avanti a Fred, il peggiore attaccante della storia del Brasile in un Mondiale nel rapporto gol fatti- minuti giocati. Il calcio è davvero strano, visto che anche una tragedia sportiva come quella del Maracanazo riesce ad essere cancellata, sessant’anni dopo, da una disfatta dalle proporzioni ancora più enormi già denominata Mineirazo.

Dopo qualche altra cessione sarà poi il tempo dell’attaccante. Ma al di là del mercato, Fusco va applaudito anche per un altro aspetto. E’ il penultimo arrivato in casa rossoblù, come lui stesso ha ammesso durante la presentazione di Diego Lopez, eppure sta mostrando una determinazione e soprattutto un attaccamento alla causa come pochi avevano fatto in precedenza. La cosa che mi ha lasciato positivamente impressionato è stato il suo modo di fare durante la guerra Guaraldi-giornalisti, subito dopo lo sfogo presidenziale che ha preceduto la prima conferenza del mister ex Cagliari. Non sto a tornare sulle parole del presidente, per le quali ho scritto già abbastanza. Eppure, nonostante il presidente sia oggettivamente indifendibile e la sua accusa sia risultata assolutamente fuori luogo, Fusco ha avuto il coraggio di prendere le sue difese, cercando al contempo una mediazione con i giornalisti. Le doti da avvocato di sicuro avranno aiutato, ma certamente dare un segnale di coesione della società verso l’esterno, come a dire “Guardate che qua siamo uniti e remiamo tutti dalla stessa parte”, è una bella cosa per una piazza e una società che hanno un assoluto bisogno di recuperare un pelo di credibilità.

Dunque Fusco per ora è promosso con merito, in attesa di inserire altri elementi per completare la rosa rossoblù, che tra poco potremo cominciare a giudicare direttamente sul campo. Finalmente il 16 si riparte, e da lì in poi come al solito spetterà al campo l’ardua sentenza. Non bisognerà ripetere l’errore della passata stagione e fare inutili voli pindarici, ma ragionare partita dopo partita come ha dichiarato anche l'allenatore rossoblù. Ad oggi la promozione è un miraggio, ma “Il calcio è strano, Beppe”.