editoriale

Curci in Nazionale

Ok, sto ovviamente scherzando. Però il calcio è uno sport divertente. Anche perché sono sicuro al cento percento che ce ne sarà almeno uno che fino alle 20:44 faceva gli scongiuri per la presenza di Curci in porta, e...

Luca Lollini

Ok, sto ovviamente scherzando. Però il calcio è uno sport divertente. Anche perché sono sicuro al cento percento che ce ne sarà almeno uno che fino alle 20:44 faceva gli scongiuri per la presenza di Curci in porta, e alle 22:40 se n’è uscito con un convinto “L’ho sempre detto io che è buono”. Già, il calcio è uno sport divertente.

“Curci è questo e lo abbiamo sempre saputo, inutile cadere dalle nuvole: vive di alti e bassi, se in una partita è impenetrabile nelle altre due potrebbe fargli gol anche Crisantemi”. Scrivevo così due settimane fa, e ieri sera fortunatamente il ragazzo romano mi ha dato ragione: se abbiamo portato a casa un punto il merito è suo. Suo e delle traverse del Dall’Ara, abilissime ad arrivare dove lui non avrebbe mai potuto. Di conseguenza la mia opinione su Curci e la sua inaffidabilità non cambia, ma a questo giro ci ha salvati ed è giusto dirlo.

È stata una gara difficile, com’era scontato prevedere. Il gol in avvio di Kone ci aveva illuso, ma dopo qualche minuto di sbandamento l’Inter ha preso il pallone tra i piedi e ce l’ha nascosto per tutto il resto della partita o quasi. Perez ha corso per due ma non è stato sufficiente per contenere la manovra aggirante nerazzurra, improntata quasi sempre al gioco sulle fasce dove soprattutto Jonathan ha messo in notevole difficoltà la nostra difesa: non è un caso che Morleo a dieci minuti dalla fine fosse distrutto. Una difesa, quella rossoblù, andata svariate volte in affanno indipendentemente dalla bravura avversaria. Se davanti hai la squadra con il miglior attacco del campionato è fondamentale scendere in campo con una concentrazione ai livelli massimi, e sinceramente ho visto parecchie amnesie che solo per imprecisione avversaria o bravura di Curci non sono costate la sconfitta al Bologna.

Al fischio d’inizio il mistero sul modulo è stato svelato: 3421, con Kone a formare la coppia di trequartisti con Diamanti. Il cambiamento si è visto, ovvero ci siamo accorti che Panagiotis fosse in campo, a differenza delle ultime partite. Il giocatore greco, oltre ad aver segnato il gol, si è mosso tantissimo in fase di copertura, pressando gli avversari sin dai primi metri del campo e dando così fondo alle sue energie. Purtroppo la convivenza con Diamanti non è giudicabile, perché oggi è stato proprio il capitano a marcare visita: di lui si ricorda solo quell’insidiosa punizione a inizio ripresa, nient’altro. Francamente un Diamanti molto diverso da quello visto lunedì in Nazionale. Purtroppo.Comunque il risultato parla chiaro: con questo schieramento hai portato a casa un punto contro la quarta in classifica, punto per il quale avrei messo la firma e che ti permette di restare fuori dalle ultime tre. E' dunque ipotizzabile che tale modulo lo rivedremo anche sabato prossimo a Parma.

In chiusura mi sento in dovere di spendere qualche parola per Jonathan Cristaldo. Anche ieri una partita di grande spessore la sua, sempre abilissimo nella difesa del pallone e mai domo contro i lungagnoni della difesa interista. Purtroppo nemmeno ieri ha tirato in porta, e per un attaccante potrebbe essere un problema. Ma come lui stesso diceva, affiancategli qualcuno e il suo gioco migliora: citofonare Kone.

Ah, forse dovrei dire qualcosa anche su Banti. Ma forse anche no.