lo spunto

Bologna, serve uno scatto sulla gestione sportiva: l’ultimo bivio di Saputo

Manuel Minguzzi

Il duro comunicato del Settore Ostile apre gli interrogativi sulla parte sportiva: Saputo imboccherà la strada del salto di qualità?

Ammetto di essere rimasto un po' di sasso alla lettura del comunicato del Settore Ostile. I toni duri con cui viene criticata la parte sportiva di questi sette anni, con tanto di riepilogo dei risultati, la dice lunga sul fatto che dopo così tanto tempo tutti sentano la necessità di uno scatto in avanti. Non tanto per 'maigodutismo', ma proprio per aspettative e dichiarazioni rilasciate in questi anni. Il Bologna aveva illustrato il suo progetto decennale e per ora il secondo ciclo non è affatto decollato verso i lidi auspicati e dichiarati. E' un dato di fatto più che una opinione e anche i tifosi più radicati nel loro sostegno alla proprietà hanno trovato un motivo per esprimere un disappunto, che non può essere casuale. Ora, senza entrare in queste dinamiche, appare evidente la necessità di trovare standard di rendimento più consoni al potenziale rappresentato la proprietario più ricco della storia del club, senza per questo dover riaprire faide cittadine interne. Il salto di qualità del Bologna gioverebbe a tutti, ottimisti e critici, maigoduti e sempre godenti, perché riporterebbe il club dove merita di stare per storia, tradizione, solidità e potenziale. Viverlo come un miracolo non renderebbe nemmeno così tanto merito a Saputo, il quale ancora viene raffrontato a predecessori che nulla avrebbero da spartire con lui. Ricondurre tutto allo storico recente del Bologna, spesso amministrato da avventurieri, non è il modo migliore per fare un complimento a Joey: un imprenditore di questo tipo non può essere tarato sui risultati di Menarini, Porcedda o Guaraldi.