editoriale

Basta aliBi, fuori gli Attributi!

Marco Francia

I campi piccoli, gli avversari che si chiudono, la troppa tensione, l’allenatore incapace, il giocattolo che si è rotto, i nuovi che non si sono inseriti, l’insufficiente supporto del pubblico, il monomodulo, il campionato...

I campi piccoli, gli avversari che si chiudono, la troppa tensione, l’allenatore incapace, il giocattolo che si è rotto, i nuovi che non si sono inseriti, l’insufficiente supporto del pubblico, il monomodulo, il campionato più difficile del mondo… Ci mancavano solo la congiura federal-arbitrale, il Palazzo che non vuole il Bologna in A (o forse lo vuole ancora in B), la mania di persecuzione (“disturbo paranoide di personalità” in medichese) per giustificare l’uscita – temporanea – dei rossoblù dalla zona promozione diretta.

Di ragioni – meglio, scuse – per giustificare le altalenanti prestazioni del Bologna nel 2015 ne abbiamo trovate a decine, forse anche a centinaia. La partita di venerdì sera invece ci ha detto non solo che Maresca è un arbitro terribilmente mediocre, ma anche e soprattutto che se il Bologna gioca con grinta, determinazione, vigore, forza, convinzione – insomma, con le palle – se la gioca alla grande contro qualsiasi avversario, su qualsiasi campo.

Al netto del modulo, delle assenze, degli avversari e delle condizioni ambientali, il Bologna, quando ci crede, è capace di mettere sotto chiunque; compreso il Catania dei 13 rigori a favore e delle 5 vittorie in fila nell’ultimo mese, che stasera ci farà visita al Dall’Ara per giocarsi le ultime possibilità di accedere ai playoff. Bene, dal primo istante di gioco dovrà essere chiaro ai rossazzurri che quelle poche speranze se le possono sognare.

Questo doveva dirci la partita del San Nicola e invece siamo ancora qui a lagnarcela per quello stramaledetto rigore; che ha fatto girare le scatore anche a me, ci mancherebbe, ma che non deve farci perdere di vista quel che conta per davvero. Mancano appena 450 minuti alla fine di questo interminabile campionato: giochiamoli come si deve, come sappiamo, e nessun avversario, nessun arbitro, nessun “Palazzo” potrà fermarci.