editoriale

Arriva l’Inter: ricordi, bugie e radiotape

Succedono fatti strani sotto le due torri, calcisticamente parlando. In una settimana senza calcio giocato, di campionato intendo, l’attenzione è una scheggia impazzita che rimbalza nel passato e si proietta nel presente dando il...

Redazione TuttoBolognaWeb

Succedono fatti strani sotto le due torri, calcisticamente parlando. In una settimana senza calcio giocato, di campionato intendo, l'attenzione è una scheggia impazzita che rimbalza nel passato e si proietta nel presente dando il tempo di riflettere su notizie, ricordi ed emozioni. Per esempio: arriva l'Inter... quanti ricordi! Quante epiche sfide di vertice. Purtroppo ha ragione Guccini "il tempo andato non ritornerà". L'Inter è passata dalla famiglia Moratti al Magnate indonesiano, il Bologna arranca... aspettando Godot. La memoria è fotografica, se mi giro indietro vedo - come voi tutti - il tuffo plastico di testa di Ezio Pascutti che brucia l'amico Burgnich e infila il castellargilese Sarti. Non abbiamo mai ringraziato abbastanza il grande friulano di Mortegliano per quello straordinario gesto tecnico, né il mite e strepitoso Maurizio Parenti cui bastò un clic per salire sull'Olimpo degli dei. Se mi giro indietro mi vedo poco più che bambino in mezzo a una schiera di tifosi dell'Inter (tra cui un'odiosissima sdaura che ai gol ospiti si girava indietro e sghignazzava) nel 1970, un pirotecnico 2 a 2 in casa con i milanesi che avevano appena avviato la rimonta per lo scudetto firmato Invernizzi (fu una congiura contro Heriberto Herrera). I miei occhi erano rivolti a Beppe gol Savoldi, che firmò una doppietta, e per un giovanissimo mediano appena arrivato dalla Ternana, Franco Liguori, che entrò dalla panchina, seminò avversari tra cui il portiere e affidò a Savoldi il compito di firmare il definitivo pari a porta vuota. Peccato che Whisky se lo bevve d'un fiato l'irruento Benetti, togliendo a lui e a noi un futuro di gloria.

Dal passato al presente è... come cadere dal letto in preda a un incubo. Mentre a Casteldebole il nemico numero 1 diventa una sorta di alleato, parlo di comunicazione, buon per lui, ma mi pare tanto la parabola di Saddam o di Bin Laden e gli americani... alla rovescia. Prima nemici poi amici... Leggo l'intervista a Viviano e sento il commento dell'Opinionista Vate. "Viviano - dice il Civ - risponde ovvietà, che Londra è fantastica, che a Bologna è stato da Dio, che se la vuole giocare nell'Arsenal". Fin qui tutto a posto. Ma, la chiosa del Civ "Vediamo se il Bologna a gennaio penserà a riportarlo... ecc. ecc." mi pare infondata. E bene avrebbe fatto l'articolista prima e l'opinionista poi a rimarcare che di utopia si tratta. Perché: 1) fare il terzo all'Arsenal cioè con un club in Champions presumibilmente comporta un ingaggio notevole; 2) mi chiedo: siete all'Arsenal in lizza per... tutto e, d'improvviso, bussa il Bologna. Vi propone una lauta ricaduta all'inferno... e voi accettate? Va beh che il soprannome di Viviano non si discostava molto. Io penso che tra il Tamigi e il Reno ci siano, eventualmente, alternative fluviali più adatte alla realtà del simpatico e bravo estremo gigliato. Av salut!