Le prospettive a Casteldebole stanno cambiando e, archiviato il nome di Stefano Pioli, oggi dovrebbe essere il giorno di Davide Ballardini ma questo non deve illudere che a pagare per tutti sia stato veramente l'allenatore. Anzi ora gli alibi sono davvero finiti per tutti. Chi si era illuso che la vittoria contro il Genoa avesse rappresentato un punto di svolta nella stagione del Bologna ha avuto un amaro risveglio lunedì pomeriggio quando la disfatta di Catania ha ricalcato per proporzioni psicologiche il nulla offerto a Firenze. L'amara verità è che Gilardino e compagni erano arrivati al Dall'Ara vestiti da Babbo Natale senza intenzioni belligeranti e non hanno fatto nulla per imporre il proprio gioco ai padroni di casa che hanno approfittato di una mezza occasione per trarre il massimo del profitto. Già allora però non si era ammirata una vera e propria reazione alle difficoltà del momento e la squadra era apparsa ancora scomposta e disorganizzata ma soprattutto incapace o (peggio) non intenzionata a seguire i dettami di un mister in guerra contro i mulini a vento. Poco conta lo sfogo di Diamanti dopo il triplice fischio contro la stampa locale che ha raccontato per una volta obiettivamente una settimana di ordinaria follia tra telefonate, contatti e smentite frettolose: il matrimonio tra giocatori e tecnico era in crisi evidente ed il disastro di Catania ne è una prova lampante. In Sicilia il capitano non era in campo ma non importa perché il numero 23 c'era in altre occasioni in cui la squadra ha mancato in blocco di concentrazione e determinazione e ora lui ed i suoi compagni rischiano di finire davvero con le spalle al muro. I tifosi infatti prima di Bologna-Genoa hanno esposto uno striscione molto chiaro: "Se Pioli se ne va niente alibi per squadra e società". Ora che Pioli è davvero saltato si concretizzerà quella previsione infausta per tutti coloro che in questi mesi non hanno fatto al meglio il proprio dovere. Passi quindi che la maggior parte della responsabilità di questo scempio sia da ascrivere al merito tanto di Guaraldi e soci quanto di Zanzi, ma chi va in campo dovrebbe avere almeno la decenza di non mancare di rispetto a chi si sobbarca l'impegno di seguire i colori rossoblù in giro per l'Italia. I coraggiosi presenti a Catania hanno infatti rifiutato le maglie dei protagonisti e qualcuno si è presentato anche all'aeroporto Marconi per far sentire ai giocatori il proprio disappunto: sono i primi segnali di una contestazione che sta per nascere e che non farà distinzioni. Sulla lista nera non ci sono infatti solo i giocatori in dissidio Pioli o quelli che hanno deluso le aspettative e che la società sta cercando di piazzare altrove in questi primi giorni di mercato, ma anche i compagni che magari anche impegnandosi hanno mancato comunque di leadership nei confronti del gruppo. Quello che manca a questo Bologna infatti è un nucleo forte e coeso che sappia far remare tutti o quasi dalla stessa parte senza nascondersi dietro le colpe di un tecnico tradito. Sono fortunatamente lontani i tempi della messa in mora ma quello spirito di gruppo e di collaborazione da allora è pian piano scomparso dagli schermi rossoblù. Chiedere di evitare il ritiro e aprire gli allenamenti al pubblico sono solo piccoli segnali a cui deve seguire qualcosa di più perché i tifosi, per parafrasare una frase ormai celebre della storia recente del Bfc, sono "innamorati ma non scemi" e sanno riconoscere la differenza tra impegno e demagogia. E quello striscione parla chiaro a tutti: il lavoro di un professionista serio ed affidabile come Pioli non sarebbe stato messo in discussione almeno prima che la critica si fosse abbattuta sui giocatori. E oggi che l'ultimo alibi è definitivamente caduto tutti i colpevoli saranno esposti al fuoco della critica: al prossimo passo falso non ci sarà pietà per nessuno.
editoriale
Addio a Pioli: alibi finiti per tutti
Le prospettive a Casteldebole stanno cambiando e, archiviato il nome di Stefano Pioli, oggi dovrebbe essere il giorno di Davide Ballardini ma questo non deve illudere che a pagare per tutti sia stato veramente l’allenatore. Anzi ora gli...
© RIPRODUZIONE RISERVATA
