E per restare in Eurolega servirebbe accedere ai playoff ma solo una squadra ci è riuscita: “È una condanna a che l’Eurolega resti un’esperienza limitata ad una sola stagione. Parteciparvi non è come una promozione per cui la peggiore delle cose che potrebbe succederti è tornare nella categoria inferiore. La partecipazione all’Eurolega non ti assicura che l’anno dopo sei in Eurocup".
Poi i diritti tv e qui la situazione è ancora più difficile: “Il basket non è il calcio. I nostri vicini dell’UD Las Palmas riceveranno tra i 50 ed i 60 milioni per il fatto di essere stati promossi in Primera División. Noi, partecipando all’Eurolega, avremmo incassato una cifra compresa tra i 350.000 euro ed 1,5 milioni“.
Gli incassi si dividono infatti in tre parti, una fissa da mezzo milione, ma vanno detratte le spese arbitrali, la seconda è relativa alla classifica finale (si parte da 1.8 milioni al primo al 350mila del 14°) e poi i diritti televisivi, ovvero 45 milioni distribuiti solo da chi ha licenza A.
"E' un sistema che non punta ad un vero equilibrio competitivo e lo dimostra la divisione degli introiti dei diritti televisivi. La Virtus Bologna, per esempio, non ha visto un centesimo, eppure ha offerto ai telespettatori partite di assoluto valore. Il deludente Panathinaikos, invece, ha mangiato una parte della torta più sostanziosa degli incassi" la chiosa di Savané.
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