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Tutti i c.t. dell’Italia, la lunga gestione Pozzo (seconda parte)

Il ciclo inaugurato dall'allenatore torinese (di origini biellesi) è tutt'ora il più lungo, con ben 19 anni di gestione (eccetto gli anni della guerra) ed il più ricco, con ben due mondiali, un alloro olimpico e tante altre soddisfazioni ancora.

Redazione TuttoBolognaWeb

La Nazionale partecipa alle Olimpiadi di Parigi del ’24 battendo la Spagna per 1-0 nella gara di qualificazione, eliminando per 2-0 il Lussemburgo negli ottavi di finale ma venendo poi eliminati dalla Svizzera per 2-1. Nella successiva edizione del 1928 ad Amsterdam, i risultati sono decisamente migliori, con la vittoria all’esordio sulla Francia per 4-3, la goleada per 7-1 sulla Spagna nella ripetizione nei quarti di finale (il primo incontro era finito 1-1), la semifinale persa per 2-3 contro il favoloso Uruguay futuro Campione del Mondo e la pioggia di gol contro l’Egitto nella “finalina” per il 3° posto (11-3). La medaglia di bronzo fu il primo successo degli azzurri in questa competizione.

Il ciclo di Vittorio Pozzo, iniziato appunto nel 1929, terminerà nel 1948 e, dall’anno successivo e per un decennio si ritornerà alla commissione mista degli inizi: nei 19 anni del tecnico torinese la Nazionale Italiana conquista due allori mondiali (in casa nel 1934 ed in Francia nel 1938) ed uno olimpico (in Germania nel 1936).

Partite da ricordare ce ne sono tante, tra le quali spiccano il roboante 7-1 sugli Stati Uniti all’esordio (l’Italia, infatti, non aveva preso parte al primo mondiale del 1930 in Uruguay), le vittorie sulla Spagna del leggendario portiere Ricardo Zamora (alla ripetizione) e sulla spettacolare Austria (chiamata “Wunderteam”, squadra delle meraviglie) e la finalissima contro la corazzata Cecoslovacchia del grande portiere Frantisek Planicka, vinta per 2-1 ai supplementari. E quattro anni più tardi, fugando ogni dubbio sulla propria classe (arbitraggi sospetti nell’edizione casalinga), gli azzurri di Pozzo riconquistarono la Coppa Rimet battendo per 4-2 la fortissima Ungheria, dopo aver eliminato ai quarti i padroni di casa transalpini per 3-1 e fermato in semifinale il Brasile del temutissimo Leonidas per 2-1 (e pensare che il fuoriclasse carioca era stato tenuto a riposo per l’occasione).

La vittoria olimpica, invece, arriva dopo aver eliminato Stati Uniti (1-0), Giappone (8-0, altra vittoria larga storica) e battuto per 2-1 Norvegia e Austria. Nel dopoguerra il calcio italiano attraversa una profonda crisi, le Olimpiadi londinesi del 1948 si risolvono con una brutta eliminazione ai quarti di finale con la Danimarca per 5-3, dopo il dilagante esordio contro gli Stati Uniti (un 9-0 che non lascia addito a repliche) e qui finisce il ciclo di Vittorio Pozzo, il più longevo finora.