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Di Vaio: “A Rossi è mancata la comunicazione, Donadoni bravo nell’intervallo”

In una lunga intervista al Corriere di Bologna, Marco Di Vaio parla della sua lazialità, di Totti, della sfida con la Roma e delle differenze tra Rossi e Donadoni. Per il club manager, la comunicazione con i giocatori è fondamentale

Redazione TuttoBolognaWeb

Da romano laziale, Marco Di Vaio domani si troverà ad affrontare proprio la Roma del suo caro amico Francesco Totti, non sarà in campo, ma in panchina nel suo nuovo ruolo di club manager. Da bandiera del Bologna sul rettangolo a verde, a punto di riferimento dietro una scrivania. Di questo e di tanto altro Di Vaio ha parlato in una intervista al Corriere di Bologna. "Sono cresciuto laziale e devi rimanere coerente perché non puoi cambiare i colori della bandiera - ha ammesso il club manager - C'è stato qualche approccio ai tempi di Zeman ma proprio non me la sono sentita di vestirmi di giallorosso". Poi un retroscena: Totti cercò di convincere Di Vaio: "Ci provò due o tre vuole, mi disse 'non ti preoccupare ci penso io' ma alla fine capì che non c'era modo di convincermi".

Passando agli aspetti tecnici, c'è la consapevolezza che la Roma possa avere tutte le carte in regola per vincere lo scudetto: "Ha lo stesso allenatore da tre anni, questo fornisce a loro qualche percentuale in più rispetto alle concorrenti. Secondo me la più forte resta la Juventus ma quando fai una mezza rivoluzione la paghi nei primi mesi". Lo stesso discorso si può fare per il Bologna: "Noi abbiamo fatto una rivoluzione totale e coraggiosa e non ci siamo pentiti. I frutti della nostra squadra giovane li vedremo negli anni a venire". Ora, però, c'è proprio la Roma: "Sappiamo di dover anche soffrire ma che all'interno della partita ci saranno momenti favorevoli. Dovremo sfruttarli".

Non si può non parlare del cambio di guida tecnica. Alla domanda su cosa sia mancato a Rossi, Di Vaio risponde così: "Nella comunicazione con il gruppo, ha allenatore bene il Bologna a livello tattico ma meno nella preparazione vocale. Oggi con i giocatori la comunicazione ha lo stesso peso della tattica. Non a caso nei secondi tempi ci smarrivamo buttando via quanto di buono avevamo fatto prima". Invece ora c'è Donadoni, che è partito alla grande: "Ha riconosciuto il grande lavoro di Rossi aggiungendo qualcosa di suo. Dove ha inciso di più è alla fine dei primi tempi, è stato bravo nella comunicazione e ha scosso la squadra". Risulta dunque fondamentale l'intervallo: "In quei 15 minuti ha fatto la differenza con due intuizioni tattiche nella prima, Rossettini terzino e Brienza mezzala, e con la comunicazione a Verona".

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