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Comunicato di Futuro Rossoblù sullo scudetto del 1925

Comunicato delle associazioni del tifo rossoblù relativamente ad un articolo apparso sul settimanale il 'Venerdì" del 26 febbraio. Il riferimento è all'iniziativa di 'Fondazione Genoa' che intenderebbe rivolgersi alla Figc per revocare lo...

Manuel Minguzzi

Quello scudetto del 1925 viene ricordato per le 5 'finali' tra Genoa e Bologna. Scontri, aggressioni, successe di tutto, ma da entrambe le parti. Non era la finale di campionato, ma quella del girone nord. All'andata il Genoa espugnò Bologna per due a uno, il ritorno si pensava fosse una formalità ma i rossoblù vinsero con lo stesso risultato portando la finale nord allo spareggio. Si giocò a Milano in campo neutro. I grifoni andarono avanti due a zero, con altrettante invasioni di campo nei festeggiamenti, il Bologna accorciò le distanze con Muzzioli, quest'ultima marcatura fu molto contestata perché inizialmente il direttore di gara concesse corner. La palla lambì il palo ma secondo i bolognesi entrò in rete e uscì da uno squarcio nella rete. Dopo diversi minuti di confusione e pressione (con il gerarca Arpinati protagonista, secondo quanto sostenuto dai genoani), l'arbitro assegnò la rete. Il pareggio fu di Della Valle, anche se le cronache (senza filmati o foto) parlano di una spinta ai danni del portiere genoano De Prà. Ci fu dunque un'altra partita, stavolta militarizzata, il 5 luglio. Anche in quella occasione, però, la partita finì uno a uno. A quel punto si pensò di assegnare lo scudetto alla vincitrice del girone sud (l'Alba Roma), ma alla fine prevalse il campo e un'altro spareggio. Si giocò il 9 agosto alle 7 del mattino a Milano, vinsero i rossoblù due a zero con gol di Pozzi e Perin. Nella finale scudetto poi il Bologna sconfisse due volte i romani dell'Alba. E' il primo tricolore della storia. Al Genoa restano i rimpianti e le polemiche, ma per ottenere quello scudetto, semmai ce ne fossero i crismi, bisognerebbe rigiocare anche la finale contro la vincente del girone sud. Impossibile. Ma la 'Fondazione Genoa' preme per ottenere udienza dalla Figc e il 26 febbraio sul 'Venerdì' di Repubblica esce un articolo intitolato 'La madre di tutte le porcate'. Su questa vicenda oggi Futuro Rossoblù ha diramato un comunicato che riportiamo qui di seguito:

"Il  Centro Bologna Club e le associazioni “Futuro”, “Professionisti”, “Commercianti” e “Artigiani” Rossoblu,  intendono prendere posizione in merito all’ articolo “La madre di tutte le porcate” apparso su un settimanale del 26 febbraio scorso, nel quale si sostiene che fu scippato lo scudetto del 1925 al Genoa da parte del Bologna e che si sarebbe trattato della più grande ingiustizia del calcio mondiale, secondo il racconto che ne fa il ‘Guardian’ , giornale inglese.

Esprimono profondo sconcerto per le fantasiose illazioni in esso contenute. La ‘Fondazione Genoa’, come letto sul settimanale, intenderebbe rivolgersi alla Federazione calcio affinché revochi lo scudetto del 1925 al Bologna per assegnarlo al Genoa, sul presupposto che solo grazie all’intervento di bolognesi in camicia nera e grazie all’intervento di Arpinati, bolognese, legato al regime dell’epoca e in odore di divenire presidente della FIGC, la ns. squadra lo aveva vinto. Tale doppia azione avrebbe condizionato l’arbitro nelle sue decisioni, oltre a far ripetere una delle famose cinque partite (la terza).

Non si tratta, e per quanto ci riguarda, di effettuare valutazioni politiche, ma semplicemente mantenere nei giusti binari la realtà.

Già il contenuto dei fatti descritti nell’ articolo, risalenti a novant’anni fa, fornisce al massimo elementi per un racconto di fantasia, non certo per poter agire con azioni concrete contro la legittimità del titolo sportivo bolognese, il primo di un palmares storico, facente parte del patrimonio della cultura sportiva popolare della nostra città e del quale non accettiamo gratuite e offensive azioni. Basti pensare, per quanto riguarda Arpinati, che lo scudetto del 1927, revocato al Torino non fu assegnato al Bologna, secondo classificato, proprio per evitare accuse di favoritismi o campanilismi!

Nessuna prova che giustifichi anche solo l’affermazione secondo la quale si tratterebbe della più grande ingiustizia del calcio mondiale: le ingiustizie sono ben altre, più gravi e documentate come testimoniato per esempio dai fatti che riguardano i vertici del calcio mondiale degli ultimi mesi.

Confidiamo nel buon senso e soprattutto nella tutela di quanto legittimamente vinto sul campo per il rispetto dovuto ai protagonisti dell’ epoca, indipendentemente dalla squadra nella quale militavano e alla città di Bologna".