lo spunto

Si esca dalla dicotomia del ‘pro o contro’

Fase non esaltante per il Bologna in campionato, ma non si può trovare un solo colpevole sula base di fazioni prestabilite. E il Bologna è in linea con gli obiettivi stagionali

Manuel Minguzzi

Non nascondiamoci dietro un dito: nel Bologna non tutto fila a gonfie vele. I costi sono eccessivi, il mercato poteva essere completato meglio, Saputo non può essere soddisfatto in toto della gestione societaria e la squadra ha infilato una sola vittoria nelle ultime otto. Facile per il club andare incontro a critiche, a cui non si può rispondere in televisione senza contraddittorio e bene fanno i media ad analizzare determinate situazioni. Ma tralasciando gli aspetti societari, dal punto di vista tecnico: il famoso progetto è tutto da buttare?

No. In primo luogo perché gli obiettivi societari sono chiari e vengono chiamati ‘consolidamento della categoria’, nessuno ha promesso l’Europa e l’attuale posizione di classifica è in linea con il target stagionale. Secondo perché in questo inizio di stagione abbiamo visto alternativamente la squadra prima senza Destro e poi senza Verdi, i due giocatori migliori. Quando i due hanno giocato assieme sono arrivati dieci punti dei sedici ottenuti in classifica, vorrà pur dire qualcosa? Inoltre, al secondo anno di Serie A, l’opinione pubblica dove si aspetta di vedere il Bologna? Il campionato italiano è cambiato, o giochi per entrare nelle prime sei o eviti di finire nelle ultime tre, in mezzo c’è un calderone di squadre che una volta salve sono a posto con sé stesse. In questa prima fase del progetto decennale di Saputo il Bologna deve fare questo, restare tranquillamente nel calderone. Non si possono fare paragoni con gli anni novanta in cui arrivando ottavo o nono avevi la possibilità di andare in Europa – tramite Intertoto – e le competizioni europee erano tre (esisteva la Coppa delle Coppe). Sì, Sassuolo prima e Atalanta poi fanno invidia, e il Bologna farebbe bene ogni tanto a galvanizzare la piazza con un risultato eccellente, ma forse la loro non è una gioia istantanea? Una comparsata ai piani alti prima di rientrare nei ranghi? Allora chiedo, se il Bologna andasse in Europa tornando a casa immediatamente e arrivasse sedicesimo in campionato, il tifo sarebbe contento? Ci si fa il viaggio al San Mamès, bellissimo, ma poi per tornarci quanto tempo passerebbe senza una solidità finanziaria e tecnica di un certo tipo?

Non posso, allora, non sposare la linea societaria di andare in Europa nel momento in cui si è pronti a farlo, evitando di fare il passo più lungo della gamba. Certo, la squadra potrebbe offrire più gioie rispetto a quanto fatto negli ultimi due mesi, ma i tre-quattro punti in più che il Bologna avrebbe potuto avere con un paio di acquisti estivi sono gli stessi che la squadra aveva conquistato sul campo se non fosse andata incontro a torti arbitrali o infortuni. Sì, sul finale di mercato si poteva fare meglio, ma i conti si fanno a maggio e il piazzamento finale, se non sei tra le prime otto, conta il giusto; ecco perché fissare obiettivi specifici diventa relativo. Prendiamo la passata stagione, alla fine il campionato è stato vissuto come una mezza delusione semplicemente perché si è chiuso in calando, invece il Bologna ha fatto grandi cose battendo Napoli, Milan e Sassuolo, pareggiando con Juve, Lazio e Fiorentina e due volte con la Roma. Eppure il quattordicesimo posto ha fatto storcere il naso. La sostanza è che porre obiettivi di mezzo tra la salvezza e l'Europa conta poco se non chiudi in crescendo la stagione: l'anno scorso sono mancati 4 punti per il decimo posto, il Bfc avrebbe potuto farli in casa contro Carpi e Verona ,ma il finale di crisi avrebbe fatto gioire pochi intimi lo stesso. Arrivare decimo in crescendo dà gioia, arrivare decimo in calando lascia delusione, perché le ultime partite rimangono impresse mentre il resto dimenticato. Infatti questa squadra solo sei mesi fa pareggiava con la Juve...ora fa tutto tremendamente schifo. Probabilmente, dopo anni di macerie e di squadre da retrocessione, l'arrivo di una nuova proprietà aveva autorizzato a pensare al tutto subito, non è così. Una via di mezzo - senza la solita storia del 'pro o contro' per partito preso - no?