lo spunto

Si chiude l’Era Corvino: peccato sia durata poco

Corvino ha trovato l’accordo per la risoluzione contrattuale, dopo un anno e mezzo il Ds salentino lascia il Bologna avendo portato a termine tutti gli obiettivi prefissati.

Manuel Minguzzi

Si interrompe dopo un campionato e mezzo l’avventura di Pantaleo Corvino a Bologna. Il Ds salentino, fortemente voluto da Saputo al suo insediamento (Tacopina, ad esempio, avrebbe confermato Fusco) ha trovato l’accordo per la risoluzione contrattuale, evidentemente inadatto a lavorare con metodologie di lavoro troppo condivise. Restrizioni che per un direttore sportivo vecchio stampo come lui non potevano essere sopportate, così come qualche imprevista invasione di campo.

Il dato certo e incontrovertibile, e qui le opinioni non possono far capolino, è rappresentato dal raggiungimento di tutti gli obiettivi richiesti al direttore sportivo in questo periodo. La promozione è stata raggiunta, in coabitazione con il lavoro svolto da Fusco l’estate precedente, e la salvezza certificata con tre mesi d’anticipo. Il Bologna – in tanti se lo dimenticano – è stata l’unica neopromossa a salvarsi. L’accusa più ricorrente è ovviamente relativa alla spesa eccessiva a cui Corvino ha sottoposto il Bologna in fase di costruzione della squadra, ma una rifondazione necessaria dopo la Serie B non poteva lasciare il portafoglio pieno, soprattutto se consideriamo i pochissimi saldi dello scorso mercato estivo. Corvino ha dovuto rinunciare a Duncan e Defrel ad esempio, poi ha optato per Donsah e Giaccherini e non è comunque andata male, in mezzo a tutto questo, Saputo è stato costretto ad allargare i cordoni della borsa per non rischiare una dolorosissima retrocessione.

Certo, qualche operazione sbagliata è stata fatta ma tutto sommato Corvino ha raggiunto l’obiettivo della società e posto le basi del Bologna del futuro. Non si trattava solo di conquistare la salvezza, c’era un progetto tecnico da far partire, con tutti i rischi del caso. E’ stato fatto, con ritardo, rischiando di compromettere il risultato finale. E’ andata bene e ora il Bologna ha prospettive di crescita. Perché si fa tanto riferimento al Chievo, reduce da una stagione esaltante, ma la squadra è datata, incisiva nell’immediato e non nel futuro. Il Bologna puntava ad altro, a salvarsi, consolidarsi ma anche a progredire con una squadra giovane e di prospettiva. E poi Diawara, il jolly, la plusvalenza che da tanto tempo aspettavamo: 12 milioni che entreranno nelle casse, mica poco. Che dire, non resta altro che ringraziare Pantaleo per il lavoro svolto, per averci dato una squadra di cui ancora non si è visto tutto il potenziale. Ed era anche questo uno degli obiettivi. Personalmente, rimangono le telefonate, i messaggi, le chiacchierate con un dirigente sempre disponibile e con cui è stato un piacere confrontarsi e lavorare. Gli auguro il meglio, e al Bologna la capacità di fare la scelta giusta per il futuro. Corvino è stato uno dei migliori Ds passati da queste parti, lo salutiamo troppo in fretta e me ne rammarico. Mi rattrista, invece, pensare che qualcuno ne sarà contento, ma questo è un altro discorso…