lo spunto

Questione di feeling (e di fatturato): nervi tesi per Donadoni

La sconfitta con la Juve scopre ferite e nervi: Donadoni si aggrappa malamente al fatturato e inciampa su Da Costa-Mirante

Manuel Minguzzi

Anche Roberto Donadoni perde il suo aplomb. Il tecnico si altera in conferenza stampa, addirittura lasciandosi scappare un 'che pochezza' rivolto ad una domanda scomoda di un collega, che voleva solo cercare di capire perché il Bologna non trova mai il cambio di passo contro le big. Incomprensibili anche oggi le giustificazioni ad una sconfitta netta, inequivocabile, in cui il Bologna non ha sostanzialmente mai trovato le mani di Sczcesny. Ma Roberto Donadoni poco dopo è caduto sul discorso dei fatturati, che in una partita contro la Juve non regge per tutti. 19 squadre di A possono trovare come riparo il fatturato al cospetto di chi, in Italia, fattura e ricava più di chiunque. La caduta è fragorosa, perché se ogni domenica dovessimo tirare in ballo i conti tanto varrebbe far stilare la classifica finale a Calcio e Finanza, senza nemmeno giocare. Tanto non servirebbe. Soprattutto, Donadoni non può appellarsi al dato economico perché nel corso di questi 3 anni ha perso partite contro squadre che di certo come fatturato non stanno meglio di noi. Esempi? Genoa, Chievo, Empoli, Frosinone, Verona già retrocesso, Cittadella, Crotone, e si potrebbe continuare citando squadre almeno assimilabili alla nostra fascia. Insomma, il discorso non regge.

Per quanto riguarda il tema tattico, invece, Donadoni non risponde mai. Qualcuno gli ha fatto notare che il Bologna del primo anno, quello che fermava Juve, Napoli e Roma, (lì i fatturati non hanno inciso?) giocava più alto, pressava, non faceva respirare gli avversari. Le risposte sono quelle standard: 'conta la determinazione', 'ci sono anche gli avversari' eccetera. Donadoni da due anni parla di motivazioni, ma di novità non ce ne sono. E a proposito di aggressività, si registrano le parole di Allegri al termine della partita. A domanda 'si aspettava un Bologna più aggressivo?', il tecnico juventino ha candidamente ammesso 'sì, infatti in settimana abbiamo lavorato su questo'. L'aggressività rossoblù si è vista il giusto e la Juve ha vinto con un filo di gas. Poi certo, non era forse questo il banco di prova più veritiero per i felsinei, ma rimane sempre la sensazione che le altre squadre, pur perdendo come noi contro la Juve, siano in grado di reggere meglio il campo.

L'altro tema principale di questa fase di campionato (tra l'altro la sfida con il Chievo inizia a diventare importante, visto che dietro cominciano a fare punti) è sicuramente il portiere. E qui Donadoni sfodera forse la sua perla meno pregiata. Al cospetto di un Mirante in difficoltà - e che inevitabilmente ha portato a qualche domanda scomoda dei media - il tecnico ha provato legittimamente a difenderlo ma in maniera alquanto discutibile. Bastava sentenziare un 'Mirante è il nostro portiere titolare ed è un elemento importante per noi', fine dei discorsi. Invece, il tecnico si è lanciato in un ginepraio tirando in ballo l'incolpevole e sempre positivo Da Costa 'se avessi dato le stesse opportunità a lui magari avrebbe fatto degli errori'. Forse questo è l'esempio principale che testimonia come il tecnico non sia in grado di motivare nel migliore dei modi la squadra, il vero e mai sconfitto punto debole del Bologna. Come fanno i giocatori a sentirsi motivati e convinti dopo frasi di questo tipo? I rapporti umani, le frasi, le sensazioni, il feeling, sono cose importanti e fondamentali all'interno di uno spogliatoio. E anche gli sfoghi del tecnico in conferenza stampa portano a reazioni, seppur involontarie, perché i giocatori sono esseri umani ognuno con la propria sensibilità. Resta, infine, il capitolo Destro. Sostituito ancora una volta in maniera punitiva al 52', il numero dieci ha abbozzato un mezzo sorriso al momento dell'uscita, senza però far troppa polemica. Donadoni qui ha affermato che questo atteggiamento non va bene e che ne chiederà conto. Ma come fa un giocatore sostituito dopo 5 minuti della ripresa, quasi fosse il responsabile del 2-0 contro la Juve, a rimanere impassibile di fronte a un'altra sostituzione punitiva? E se proprio vogliamo dirla tutta, quel sorrisetto infastidito di Destro è lo stesso che ha prodotto Donadoni in conferenza stampa dopo una domanda scomoda. Qualcuno gliene chiederà conto? E anche sul discorso fatturati il povero Saputo, che ha speso 100 milioni per salvare il Bologna, che ne penserà? Questione di fatturati, ma soprattutto questione di feeling: quello che forse Donadoni non ha più oggi con una parte di questo ambiente. Oggi lo abbiamo scoperto.

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