lo spunto

Destro come Pascutti: l’é un gran bel Bulàggna!

Giornate come questa sono indimenticabili, soprattutto per chi come me, per la prima volta da addetto ai lavori, si può godere una vittoria contro la capolista della Serie A. E non è che a Bologna sia successo tante volte, di conseguenza...

Manuel Minguzzi

Giornate come questa sono indimenticabili, soprattutto per chi come me, per la prima volta da addetto ai lavori, si può godere una vittoria contro la capolista della Serie A. E non è che a Bologna sia successo tante volte, di conseguenza l’onore e il privilegio sono addirittura triplicati, l'unicità dell'evento rara. Una di queste porta la firma di Ezio Pascutti, quel suo tuffo immortalato splendidamente da una fotografia che, nel corso degli anni, rimarrà nella storia. Chi tifa Bologna l’ha vista almeno una volta: era il 4 dicembre 1966 e a Bologna scendeva l’Inter capolista di Helenio Herrera. Un po’ come successo ieri – 49 anni dopo – con il Napoli di Sarri, anche se gli azzurri non sono arrivati qui immacolati nella casella delle sconfitte. Ezio aprì le marcature, con quel tuffo a volo d’angelo in anticipo su Burgnich, poi BulgarelliePerani per il tre a zero, nella ripresa la rimonta – esattamente come ieri – con le reti di Corso e Mazzola e un’Inter che mise qualche apprensione al Bologna, ma non fu sufficiente a rovinare la festa. Analogie incredibili con i tre babà rifilati al Napoli, prelibatezze che stavolta non arrivano da chi è accreditato come grande favorito per il campionato, ma da chi lotta per mantenerlo. Ora come allora c’è il mese 12 sul calendario, l’unica cosa impossibile da ripetere è il terzo posto che quel Bologna di Carniglia ottenne con pieno merito a fine stagione. Il 6 dicembre 2015, indipendentemente da tutto, rimarrà comunque negli annali come il giorno in cui il Bologna giocò meglio e batté la capolista della Serie A. Per un giorno: Destro come Pascutti.

Che dire invece sulla partita, se non sottolineare gli enormi meriti di Donadoni e dei ragazzi nell’imbrigliare, anestetizzare e ingabbiare il Napoli, oltre che a produrre una intensità agonistica totalmente diversa rispetto a quella mostrata solo sette giorni fa a Torino. Non solo, perché per larga parte del match i rossoblù hanno prodotto anche un calcio scintillante, esprimendo finalmente quel potenziale che in tanti avevano intravisto ma non ancora potuto ammirare definitivamente in campo. Non è stata difesa ad oltranza, ma anche voglia di giocare al calcio, di punzecchiare e fare male nell’altra metà campo, sfruttando anche quelle che sono le latenti difficoltà difensive del Napoli, quelle che Sarri ha limitato in questo avvio di stagione ma non eliminato.

La partita l’avete vista tutti, inutile soffermarsi sugli aspetti tattici già abbondantemente sviscerati sia da Donadoni che da Sarri, mi preme invece sottolineare come il Bologna sia riuscito a vincere contro la capolista con una gestione pressoché perfetta della rosa da parte del mister. Vittoria con Giaccherini (acciaccato) e Donsah in panchina, con un ritrovato Taider dopo le recenti esclusioni e ultimi venti minuti con Mbaye e Pulgar in campo. E’ il segnale dell’esigenza del mister di non escludere nessuno, non avere emarginati o giocatori con il muso lungo, far sentire tutti importanti e utili alla causa. In altre realtà (o con altri allenatori) Taider avrebbe potuto prendere in maniera diversa un confinamento in tribuna, qui non ha fiatato e alla prima da titolare al ritorno tra i convocati ha giocato come mai aveva fatto quest’anno. Sono anche questi i meriti di Donadoni, che non solo ha prodotto risultati (10 punti in 5 partite, 2 di media a gara), ma anche portato determinazione e serenità, convinzione e umiltà, aspetti basilari che fanno di una piccola squadra una formazione in grado di sfruttare le proprie acuminate individualità. Basta vedere la differenza di atteggiamento dei ragazzi rossoblù da quando è arrivato il nuovo mister rispetto a quello che stanno mostrando Palermo e Sampdoria, anch’esse reduci dal cambio di guida tecnica. Brava la società a catturare l’allenatore giusto per questa squadra. Nota di merito anche a Delio Rossi, il quale non è riuscito a raggiungere risultati sufficienti ma ha sicuramente preparato fisicamente la squadra in maniera eccelsa, altrimenti non si potrebbero mantenere questi ritmi contro il Napoli per 85 minuti. Certo, ci saranno cali nel corso della stagione, ma la base atletica è decisamente buona.

La chiusura se la meritano tre protagonisti assoluti della sfida odierna. Il primo è senza dubbio Mattia Destro, autore di due reti ma anche di una prestazione sontuosa in ogni aspetto, condita anche da giocate di pura classe che pochi – in Italia – sono in grado di fare. Conte forse sta iniziando a prendere nota. Il secondo grande artefice della vittoria rossoblù è Amadou Diawara, oltre al perfetto assist per Destro c’è anche una prestazione tecnico-tattica impressionante, sia in fase di pressing sia in fase di costruzione. Ha 18 anni ma ne dimostra, calcisticamente, 30. Infine: Mirante. Due parate da campione, la prima ha evitato il vantaggio partenopeo con Callejon, la seconda ha impedito ai partenopei di riaprirla quando ancora doveva esaurirsi il cronometro del primo tempo con una deviazione sul palo frutto di una reattività eccezionale. Questo è il Bologna signori, chissà che ora non si possa guardare con un po’ meno pregiudizio a una rosa allestita tardi ma che inizia a regalare qualche bella soddisfazione. L’è un gran bel Bulàggna!